Juventus, Cristiano promuove Sarri: «Mi piace come ci fa giocare»

Cristiano Ronaldo promuove Sarri: «Mi piace come fa giocare la squadra»
TORINO – Maurizio Sarri ha già convinto tutti, compreso Cristiano Ronaldo, più uomo squadra in una Juve decisamente più offensiva che in passato....

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TORINO – Maurizio Sarri ha già convinto tutti, compreso Cristiano Ronaldo, più uomo squadra in una Juve decisamente più offensiva che in passato. «La squadra è migliorata, abbiamo più fiducia, giochiamo un altro tipo di calcio più impostato sulla fase offensiva. Il mio ruolo è simile rispetto al passato, forse sono un po’ più libero. E contento perché passo dopo passo la Juve è nella posizione che merita. Abbiamo cambiato molto: allenatore, sistema e giocatori ma abbiamo cambiando per il meglio, anche se c’è ancora molto da migliorare. Mi piace il modo in cui Sarri fa giocare la squadra – prosegue Cristiano Ronaldo -, abbiamo più fiducia, creiamo di più, con più possesso. Non vuol dire che abbiamo fatto male l’anno scorso, ma giochiamo in modo diverso. Non segniamo tanto ma creiamo molto».


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«Ogni anno vogliamo vincere tutto, la Juve deve pensare in grande come ogni grande club. Vogliamo vincere tutti i trofei e credo sia possibile. Pallone d’Oro? Non è la cosa più importante, contano i trofei di squadra che ti permettono di vincere quelli personali e se vinciamo domani al 50% siamo qualificati alla fase ad eliminazione diretta. Settecento gol? E’ il passato, penso ai prossimi, voglio aiutare la squadra a vincere trofei. La mia priorità non sono i trofei individuali. I record arriveranno in modo naturale».

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«Se rimarrò qui fino alla fine del contratto? L’età è un numero, dimostro che faccio ancora la differenza. Molti dicono che ogni squadra gioca in modo diversa con CR7. Non sono d’accordo, pare che io non aiuti in fase difensiva. Se chiedi a Buffon di segnare non lo sa fare. Conosco il mio ruolo, anche l’allenatore e i giocatori sanno dove gioco. Le squadre funzionano così, è così che si vince».

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«Non mi piace quando non si dice la verità e i media mi feriscono. Nel calcio poche cose mi urtano, accetto l’industria del calcio, la conosco da 17 anni. Ognuno può criticare, è il mio lavoro, ma le cose più importanti sono famiglia e affetti. Mi rende felice vincere, segnare, vedere i miei figli felici. Queste sono le mie motivazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino