«Sono stato qui in Coppa due volte, ed è andata bene. Se non c'è due senza tre siamo a posto». Carlo Ancelotti parte dai ricordi per lanciare la sua...
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Nel girone della morte c'è quindi un auspicio buono, che il tecnico si prende, consapevole che il suo Napoli può essere una mina vagante della competizione: «Siamo competitivi anche in Champions League forse non abbiamo l'esperienza di altre squadra ma l'entusiasmo e la voglia di giocarla al meglio». «Ci vuole coraggio - dice - personalità, forza per imporre il proprio gioco. Tutta Napoli sente questa gara per cui cercheremo di fare il possibile per rendere felice la nostra gente».
La felicità la cercano anche i 50.000 del Marakana di Belgrado che rivedono la Champions League dopo 27 anni e sognano un trionfo che complicherebbe maledettamente i piani del Napoli di qualificarsi nonostante Liverpool e Psg. «Tutti dicono - spiega Ancelotti - che il nostro è il girone più difficile con Napoli, Psg, Liverpool, ma anche perché c'è la Stella Rossa, difficile da affrontare per la passione dei loro tifosi e il loro valore, ricordiamoci che hanno eliminato il Salisburgo che lo sorso anno aveva fatto molto bene in Europa».
Per vincere, Ancelotti vuole un Napoli «fresco, perché domani i ritmi saranno alti». Fisicità ci vuole, e il tecnico romagnolo ha squadrato bene la rosa stasera nella rifinitura alla ricerca delle giuste risposte: «Devo osservare - dice l'allenatore - bene chi ha giocato sabato contro la Fiorentina: faceva molto caldo, c'era tanta umidità e qualcuno ha avuto crampi». L'uomo dei crampi era Hamsik, quindi, indiziato a restare fuori, con Diawara dall'inizio, mentre torneranno Ospina, Albiol e Milik dall'inizio. Il dubbio è a sinistra tra Insigne e Mertens, con Lorenzinho favorito.
Gli azzurri non vedono l'ora di cominciare: «Faremo di tutto per andare avanti - spiega Koulibaly - dopo la delusione dello scorso anno. Ancelotti ci ha parlato molto dell'importanza di andare avanti in Champions League. Sarri diceva che sottovalutavamo l'Europa, ma quest'anno è un'altra cosa, non vedo l'ora di giocare». Attesa anche tra i serbi: «È arrivato il momento che aspettavamo. È difficile spiegare cosa significa per noi, il club e i tifosi, vogliamo riportare la Stella Rossa dove merita», dice il tecnico serbo Vladan Milojevic, che sogna una notte da anni '90. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino