Nel 2010, quando mise a ferro e fuoco lo stadio Ferraris di Genova per un match tra Italia e Serbia, divenne per tutti Ivan il terribile. Ivan Bogdanov, storico capo degli...
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La polizia è preoccupata per l'arrivo dei ultranazionalisti serbi, quelli abituati a salutare a braccio rigorosamente teso. Ma verranno accolti in un clima di gemellaggio: già da ieri mattina sono apparsi nei pressi dello stadio, a firma dei Fedayn: «Non c'è nulla di così sacro come l'onore, nulla di così leale come l'amico fidato». E via agli insulti al Partizan, che è il nemico della Stella Rossa in patria. Il clima di amicizia tra gli ultrà non consiglia, in ogni caso ad abbassare la guardia perché ovunque siano andati i tifosi serbi hanno portato paura e scompiglio. È successo a Salisburgo, ad agosto: motivo per cui la tifoseria serba ha dovuto saltare sia la trasferta di Parigi che quella di Liverpool. Un evento storico, per gli ultrà della Stella Rossa: in pratica la prima trasferta in Champions dopo 26 anni. Se per certi versi non preoccupano i «contatti» tra le due tifoserie, le forze dell'ordine (almeno 1200) temono che i serbi possano cercare lo scontro proprio con i poliziotti. «Già da ieri sono iniziati i controlli in città: i tifosi arriveranno davvero con ogni mezzo, difficile poter pianificare nei dettagli il loro arrivo».
A un passo dal tutto esaurito, il San Paolo. E controlli serrati e fitti in vari punti di Fuorigrotta, non solo vicino allo stadio. Motivo per cui la società invita a recarsi allo stadio con un po' di anticipo e, soprattutto, di non gettare oggetti o altro dagli spalti. «Siamo in diffida e rischiamo di non giocare al San Paolo la prossima partita», ha scritto il club sul proprio sito. Come sempre saranno circa 50 le telecamere di sicurezza che monitoreranno sia l'interno dello stadio che tutte le vie adiacenti: la Sala Gos del San Paolo è tra le più attrezzate di Italia nella vigilanza. Un aiuto in più per prevenire situazioni di possibile tensione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino