Champions, per il Napoli c'è il Milan, una sfida infinita

L'urna sorride agli Azzurri ma Spalletti è in allarme: "Loro sono la storia della Coppa"

Niente Manchester City, niente Real e neppure il Bayern Monaco: in un solo colpo il Napoli ha avuto ripagato (con gli interessi) anni e anni di iella nera al sorteggio in...

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Niente Manchester City, niente Real e neppure il Bayern Monaco: in un solo colpo il Napoli ha avuto ripagato (con gli interessi) anni e anni di iella nera al sorteggio in Champions. Perché dopo l’Eintracht, sulla propria strada trova il Milan (andata mercoledì 12 aprile a San Siro alle 21, ritorno al Maradona dopo 6 giorni). E poi, dovesse andare bene il doppio confronto con i rossoneri, troverà una tra Inter e Benfica in semifinale.

Gli uccellacci del malaugurio, questa volta, sono stati spennati. Perché basta vedere l’inferno dall’altra parte del tabellone dove si scanneranno Real Madrid con il Chelsea e Manchester City con il Bayern Monaco per capire che il Napoli ha avuto, finalmente, fortuna. Poi, chiaro, le partite vanno giocate. Ma se per gli azzurri non è una discesa verso la finale di Istanbul, il destino sembra aver spalancato le sue porte.

«Chi lo pensa davvero è un incompetente» gela Spalletti perché, ovviamente, trema all’idea che tutti diano per facile qualcosa che facile non lo è. Ma considerando le eurorivali che ha scampato dall’urna, non può non essere felice in cuor suo. «Non siamo noi i favoriti, è il Milan per la sua storia che lo è». Napoli-Milan è la sfida dei ricordi, è lo scudetto perso il 1 maggio, la monetina di Alemao, i duelli tra Sacchi e Bianchi e poi Bigon, le sfide degli olandesi contro la Ma.gi.ca. È il duello simbolo degli anni leggendari di Maradona, è una gara infinita per la generazione degli scudetti del Pibe de oro. Solo sei mesi fa pensare di avere delle chance di arrivare fino in fondo in Champions e che per i bookmakers la finale più quotata è Napoli-Manchester City avrebbe consigliato una telefonata al 118 e la ricerca di un bravo psicologo. Ma è il segnale del ribaltamento di idee, scenari, progetti che ha messo in campo proprio Spalletti. 

Certo, nessuno pensa che il Milan sia la scampagnata di Pasquetta. È una piccola montagna da scalare, una montagna di finali di Coppe dei Campioni (chiamiamola sempre così) vinte: ben sette. Ma l’ultima Champions è del 2007 e negli ultimi 16 anni l’Europa e il Milan non hanno fatto molta rima tra di loro. Ovvio, metti le due storie a confronto (il Napoli ha nel palmares solo la Coppa Uefa del 1989) passa il Milan: per via di tutta questa argenteria che brilla sotto il cielo di Milanello. Ma in campo vanno Osimhen, Lobotka e Kvara contro Leao, Giroud e (se sta bene) Ibrahimovic. E quest’anno in campionato c’è una fossa delle Marianne di 20 punti che li separa in classifica.

C’è poco da fare e Spalletti non la prenda a male: ora o mai più. E poiché ha fiutato l’aria che tira, quel volpone di Lucianone fa pure l’offeso se gli dicono che non ci si può lamentare: «Avrei preferito non incontrare le italiane: solo gli incompetenti di calcio parlano di “buon sorteggio”, perché la Champions League è di casa al Milan, ha vinto la competizione sette volte, seconda solo al Real Madrid. Il loro direttore, Paolo Maldini, da solo ne ha vinte cinque. Nei giorni scorsi ho letto che il Psg ed altre squadre fanno fatica ad arrivare in fondo perché non hanno esperienza internazionale, se è vero quello che scrivete allora dobbiamo dire che il Milan è favorito in Champions League. Ha buttato fuori il Tottenham. Anche il Benfica, il Milan o l’Inter potrebbero fare lo stesso ragionamento e dalla loro parte c’è la convinzione di essere favoriti in questi quarti. Bisogna essere equilibrati, non si fanno risultati a parole». Fa bene a dire queste cose, perché capisce che l’asticella è altissima in città. L’ha alzata per primo De Laurentiis («sogno l’accoppiata scudetto-Champions») e teme che tutta questa euforia possa fare brutti scherzi ai suoi poco esperti guerrieri azzurri. D’altronde, piedi per terra: nel 2015, dopo il sorteggio con il Dnipro in semifinale di Europa League, in tremila tifosi prenotarono il viaggio a Varsavia. Ma a quella finale il Napoli non ci arrivò

Va avanti Spalletti: «Contro l’Eintracht è stato complicato perché quando tutti dicono che hai già passato il turno ti crea una tensione paurosa visto che tutti danno per scontato che uno ci riesce. C’è stata tanta felicità perché era il nostro obiettivo, ora si potrà giocare con tanta libertà mentale. È una felicità che però dura fino al prossimo turno perché i tifosi meritano altre gioie così». Aggiunge ancora parlando a Radio Kiss Kiss: «Noi conosciamo bene il Milan così come loro conoscono il Napoli: affronteremo un grandissimo avversario e vincerà chi sarà più bravo in campo a leggere la partita. Il Milan è un avversario importantissimo sotto tutti gli aspetti. Il Milan è la Champions». Stefano Pioli sa che il gap della serie A non conto nulla. «La Champions è la Champions, il Milan è il Milan».

Per i rossoneri, i quarti sono da 15 anni sono ostacolo insormontabile: «Siamo il Milan e vogliamo andare avanti, anche se il Napoli sta facendo meglio di noi in Italia. C’è una netta differenza tra campionato e Champions ed è per questo che con loro ce la giochiamo, sappiamo come eliminarli: sarà una partita stimolante perché troviamo un avversario forte e perché sarà un quarto di finale. Ma noi saremo lì con merito e ambizione. E vogliamo passare il turno». Se Spalletti getta acqua sul fuoco, Pioli prova ad gettare un po’ di benzina. È il gioco delle parti: «I tifosi azzurri contenti per il sorteggio? Io tra prima e dopo preferisco esultare dopo», dice risentito. Una curiosità: nell’anno del trionfo in Uefa ai quarti di finale ci fu un altro derby italiano del Napoli, con la Juventus. Intanto, proprio in queste ore sia Napoli che Milan e Inter hanno chiesto di anticipare il turno di Pasqua a venerdì. La Lega ha accettato: Lecce-Napoli si giocherà, probabilmente, il 7 aprile alle ore 17. 
 

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Il Mattino