Chlesea, Cahil attacca Sarri: «Non mi ha mai dato fiducia»

Chlesea, Cahil attacca Sarri: «Non mi ha mai dato fiducia»
«È difficile avere rispetto per alcune delle cose che ha fatto. Ma ha molto rispetto per il club e per i calciatori. Da giocatore importante, da capitano, avrei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«È difficile avere rispetto per alcune delle cose che ha fatto. Ma ha molto rispetto per il club e per i calciatori. Da giocatore importante, da capitano, avrei potuto mandare tutto all'aria, ma non è così che si fa. È stato semplice? No. È stata sicuramente una delle cose mentalmente più difficili da affrontare, anche perché è durata tantissimo». L'ex capitano del Chelsea, Gary Cahill, attacca così il suo ex allenatore Maurizio Sarri. «Siamo andati ai Mondiali 2018 e siamo arrivati in semifinale, quindi io mi sono perso il ritiro, problema enorme -ricorda il difensore inglese-. Sarri era concentrato sulla tattica, forse troppo, e io mi sono perso tutta quella parte. La questione è iniziata con il piede sbagliato e a metà stagione qualsiasi tipo di rapporto ci fosse era andato. E non ci sarebbe mai stato modo di recuperarlo. Senti un desiderio che brucia dentro di te, che dice "Dammi cinque partite e la maglia non me la togli più". È un tipo di arroganza che devi avere. Il problema è che Sarri quelle cinque partite non me le ha mai date…».


LEGGI ANCHE Serie A, piano per la ripartenza: spogliatoi sanificati e tamponi

Solo parole di elogio invece per Antonio Conte: «È un grande allenatore. Ha detto "ok, cambiamO". Conosce quella formazione a memoria e voleva in campo giocatori che sapessero a memoria il loro ruolo in quello schema. Se non lo sapevi, non giocavi. I Conte, i Mourinho, non staccano mai. L'attenzione ai dettagli, il modo di pensare, hanno una enorme fiducia nei propri mezzi. Un'arroganza in senso positivo».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino