Coppa del Mondo, bronzo per Italsciabola made in Naples

Italia
Facce di bronzo. Affidabili e insaziabili, agili e imprevedibili. Da Padova a Budapest sciabolatori azzurri da urlo in Coppa del Mondo. Il quartetto italico, composto dai due...

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Facce di bronzo. Affidabili e insaziabili, agili e imprevedibili. Da Padova a Budapest sciabolatori azzurri da urlo in Coppa del Mondo. Il quartetto italico, composto dai due napoletani Luca Curatoli e Dario Cavaliere, il romano Errico Berrè e il foggiano Luigi Samele, bissa il terzo posto ottenuto due settimane fa. «Su 21 gare in 19 sempre a podio. Ottima statistica che soltanto altre poche nazioni possono vantare», rileva in maniera acuta Curatoli, tesserato per le Fiamme Oro. L’Italsciabola si attesta come una delle principali compagini del circuito mondiale. «E’ sempre importante dimostrare il nostro valore a livello internazionale», ammette il classe’94, fratello del tecnico Leonardo Caserta, con il quale si allena alla Champ Napoli.


Nella prova a squadre gli schermidori festeggiano un risultato che va decisamente stretto. Esordio positivo con l’Egitto (45-37), ai quarti analogo copione con gli Stati Uniti. Defraudati letteralmente in semifinale, Curatoli e soci affrontano l’Ungheria del bicampione olimpico Aron Szilagyi: fermati sul 45-43 ma ci sarebbe da aprire un capitolo (o un fascicolo) sull’arbitraggio «scandaloso» a dir poco. «Abbiamo tirato con i magiari, che ovviamente avevano tutto il tifo di casa a favore. L’arbitro ha girato un paio di botte abbastanza clamorose sul finale del match», osserva Cavaliere (nella foto di Augusto Bizzi), chiamato nuovamente a sostituire l'infortunato Aldo Montano. Si fa trovare pronto il giovane dell’Esercito, che non teme alcun confronto. «Ho fatto il mio dovere al meglio. E sono felicissimo di questo terzo posto, anche se meritavamo di più». Viva la sincerità e l’onestà intellettuale. Netta vittoria, infine, contro la Germania (45-29) a conclusione della rassegna. Sulle pedane ungheresi non basta il cuore italico. A punire, però, i padroni di casa in finale ci pensa la Corea del Sud  (45-41). Piccola, magra consolazione, che non ripristina il danno subito. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino