“Il ciclismo non rinascerà con un evento fine a se stesso, con un altro Giro d'Italia, né basteranno i ciclodromi a incentivare il movimento. Non dobbiamo...
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Oggi alla guida della Fondazione che porta il nome del compianto campione di Filottrano, impegnata per riportare sicurezza sulle strade italiane, Marco Scarponi ha ben chiaro cosa fare: “Sogno che il ministro si alzi dalla poltrona dove magari sta seguendo una gara d'epoca, nostalgica ma inutile, e dichiari pubblicamente 'dobbiamo ripartire dalla sicurezza stradale, che è mobilità sostenibile. La bicicletta è un mezzo di trasporto. Dobbiamo far comprendere questo ai cittadini. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività. Fissatevi queste parole nella testa: la Sicurezza Stradale è Mobilità Sostenibile”. Ma non solo: “Sogno che raduni a un tavolo i costruttori di biciclette, la Federazione e gli altri enti, le associazioni di cicloamatori e soprattutto quelle di ciclismo giovanile e quando tutti fanno silenzio, prende la parola così: 'Abbiamo sbagliato tutto. Scordatevi il Giro d'Italia del 1946 e tutte le leggende del dopoguerra. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività'”. Ma la risposta già ce l’ha. Ed è amara: “Non credo che questo accadrà, gli sponsor e gli interessi economici sono troppo forti”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino