Coronavirus, il dono di Scalzone al Cotugno

Andrea Scalzone
Non ama i riflettori ma ha acceso la luce, ridestando la speranza e riattivando la vita. Il suo un contributo concreto per la Pasqua. Solidarietà vera al tempo del...

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Non ama i riflettori ma ha acceso la luce, ridestando la speranza e riattivando la vita. Il suo un contributo concreto per la Pasqua. Solidarietà vera al tempo del Coronavirus. Mescola sensibilità e intelligenza, si distingue (in positivo) anche durante la tempesta, raggiungendo il picco di altruismo. E se talvolta l’irruenza atletica prevale sulla ragione, cagionando qualche espulsione di troppo in piscina, è presto perdonato.


Il pallanuotista del Posillipo Andrea Scalzone si è reso protagonista di un gesto di inesausta generosità. Dopo la recente donazione di sangue al Pausilipon, il difensore rossoverde ha recapitato personalmente due respiratori utili per la terapia subintensiva alla struttura che maggiormente sta combattendo in prima linea la pandemia da Covid-19 a Napoli. Una consegna speciale direttamente nelle mani del dottor Roberto Parrella, direttore del dipartimento di malattie infettive a indirizzo respiratorio presso l’ospedale Cotugno, tra gli specialisti che hanno messo a punto la terapia con il farmaco anti-artrite, ottenendo positivi riscontri su alcuni contagiati, nonché padre del 17enne posillipino Jacopo, campione europeo di categoria che gioca in serie A1 (compagno di squadra di Andrea) e Pier Paolo, attaccante tesserato rossoverde ma in prestito all’Arechi Salerno.

Quella di Andrea Scalzone (nella foto di Rosario Caramiello) un’iniziativa solidale «blindata», che non ha ritenuto opportuno pubblicizzare né enfatizzare troppo. Un gesto di conforto al fratello nel dolore contro un nemico invisibile, attraverso un’azione decisamente encomiabile. A cuore le sorti della collettività. Un atto silenzioso, nel totale nascondimento, del tutto spontaneo per il nobile autore, fatto con assoluta discrezione in questo periodo così delicato.

Figlio d'arte, Andrea ha trovato il modo di rinsaldare l’indissolubile legame con il compianto papà Armando, sempre presente sotto altre vesti. Essere giovani non rappresenta di per sè un vaccino né immunizza dalla pandemia. Sorprende e disarma il comportamento (degno di lode) del giocatore classe’92, che non ha esitato, ancora una volta, a dilatare il suo cuore verso gli altri, ridisegnando le vere priorità.


Ecco la pallanuoto dal volto umano, che non cincischia né si intaglia in sterili rivoli. Cor ad cor loquitur. Andrea Scalzone comprovato campione dal cuore d’oro.
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Il Mattino