La nuova vita di Marco Maddaloni: «Grazie Albania, insieme a Tokyo»

Marco Maddaloni
«Non esiste vittoria senza sacrificio». Un anno fa il trionfo da naufrago, battendo in finale Marina La Rosa. Non solo dominatore assoluto della 14esima edizione de...

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«Non esiste vittoria senza sacrificio». Un anno fa il trionfo da naufrago, battendo in finale Marina La Rosa. Non solo dominatore assoluto della 14esima edizione de L'isola dei famosi, condotta da Alessia Marcuzzi su Canale 5. Già avvezzo alle sfide impossibili, nel 2013 riportò un altro successo televisivo a Pechino Express, in coppia con Massimiliano Rosolino, che festeggerà quest’anno, come Pino Maddaloni, il 20esimo anniversario dall’oro olimpico di Sydney.

 
Alla ricerca del pass. Riaccende il sogno e sprigiona la speranza. Mira in alto, non perdendo di vista l’ambizioso obiettivo. Indossa il sorriso come armatura e un judogi del tutto nuovo. Nessun fotomontaggio o errore nella foto. Il simbolo sul petto non è il tricolore ma l’aquila bicipite. Napoletano, italiano e pure albanese. La Nazionale con la quale proverà a gareggiare nell’appuntamento nipponico tanto atteso, posposto di un anno: ai piedi del monte Fuji dal 23 luglio all’8 agosto 2021.
 
Flamuri Kombëtar. Cittadinanza albanese acquisita per meriti sportivi. Molti hanno storto il naso. Due volte campione d’Europa e tre medaglie d’oro conquistate in Coppa del Mondo, ma non solo. «L’idea nasce quattro anni fa, quando venni silurato dalla Nazionale italiana, per aver difeso le scelte di mio fratello Pino, allora tecnico azzurro. Rimasi davvero male. In questi anni ho costruito tanto», spiega soddisfatto Marco Maddaloni. Con un pensiero fisso: ritornare a combattere sul tatami. «Il judo è la mia vita, fonte d’ispirazione e modo di esprimermi».

Covid-19. Dall’Albania è arrivata «una piccola armata in tenuta bianca contro la forza micidiale del nemico invisibile». Maddaloni ha apprezzato le parole pronunciate dal primo ministro Edi Rama, un ex cestista e in precedenza ministro della cultura, gioventù e sport. «Grazie Albania». Inizia così il suo post su Instagram. «Hai creduto in me, mi hai accolto a braccia aperte e mi hai donato una seconda vita sportiva. E poi tutte le volte che sono andato a Tirana e a Durazzo, mi è sembrato di essere a casa: Miano, Secondigliano o Scampia», prosegue il judoka partenopeo classe’84.

Applaudito l’invio di 30 fra medici e infermieri albanesi, che affiancheranno i colleghi italiani in trincea contro il coronavirus. «Edi Rama ha rivolto parole di sincero affetto nei confronti dell’Italia «casa nostra», bisognosa d’aiuto». Fratelli distanti ma uniti, in nome della solidarietà, dimostrata con un gesto concreto. Significativo il passaggio: «Non siamo ricchi, ma neanche privi di memoria». Tali dichiarazioni hanno inorgoglito Maddaloni, felice di sentirsi albanese.

Road to Tokyo. «Proverò a rappresentare in questo percorso prefissato l’Albania, paese molto dignitoso e fiero, attaccato alle sue radici». Fatica, tensione, orizzonte. Giochi nipponici riprogrammati di un anno per il volere del premier giapponese Shinzo Abe, di comune accordo con Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale. Salvaguardare la salute degli atleti la priorità al tempo della pandemia.

Percorso di qualificazione. «Sono posizionato nei primi 180 del ranking. Se non dovesse concretizzarsi il sogno a cinque cerchi, smetterò e saluterò il judo agonistico con una gara internazionale. Dedicherò tempo e attenzioni alla mia famiglia», annuncia. «Insegnare judo porta via tanto tempo. E se un giorno il piccolo Giovanni avrà voglia di seguire le orme del padre, rimetterò il judogi, per stargli vicino. Chissà».

Sostegno. A tifare per Marco Maddaloni la moglie Romina Giamminelli, la bellissima modella delle Seychelles, con i due pargoli Giovanni, appunto, stesso nome del nonno paterno, e la piccola Giselle. «Sogno di combattere fino alla fine. Se vado in Giappone, concludo definitivamente la mia carriera», conclude Marco.

Olimpiadi un faro di speranza per l’umanità, la fiamma olimpica la luce in fondo al tunnel, nel quale il mondo è drammaticamente piombato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 



 
 
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Il Mattino