“Ora bisogna indossare l’elemetto e metterci il cuore”. Bada al sodo e sintetizza così il proprio pensiero Guido Carboni, alla sua presentazione ufficiale...
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Ha seguito da lontano la sua nuova squadra, vedendola all’opera in occasione della sfida con il Foggia, il 4-1 al Menti apice del rendimento dell’undici allora allenato da Fontana: “Ho accettato perché mi piaceva la sfida, e perché mi piaceva quella squadra. E sono convinto di poter dare il mio contributo, tutto qui. Non ci sono programmi futuri o altro, solo la voglia di vivere due mesi intensi, inseguendo un obiettivo, poi si vedrà”. Alla squadra ha parlato prima dell’allenamento di martedì, in tanti la voglia di rivalsa, ma anche i timori per un momento delicatissimo: “Non c’è serenità, lo si capisce da alcune domande che mi hanno posto – spiega -, ed è su questo che bisogna lavorare. Se ci credono? Sarà meglio per loro, se un mio calciatore suda la maglia lo difenderò all’inverosimile, altrove ho perso anche la panchina, a Benevento, ad esempio, per questo. Chi non se la sente può alzare la mano senza problemi”. Problemi veri sono gli infortunati che ha trovato: “Kanoutè forse lo recuperiamo per Cosenza, ma Ripa, Paponi ed Atanasov sono quasi sicuramente out. In questo momento bisogna far punti, non contano i nomi, il modulo, ma l’atteggiamento. E quello che mi aspetto da tutti, far quadrato e dare il massimo in questi due mesi”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino