De Laurentiis, affari di famiglia: in caso di promozione venderà il Bari

Padre e figlio non possono avere due club nella stessa serie

Aurelio e Luigi De Laurentiis
C'è un allenatore da trovare, un direttore sportivo con cui cercare una via d'uscita, un bel po' di intermediari a cui dare risposte per Osimhen, Zielinski e...

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C'è un allenatore da trovare, un direttore sportivo con cui cercare una via d'uscita, un bel po' di intermediari a cui dare risposte per Osimhen, Zielinski e Lozano (Kim è già al Manchester United), la campagna acquisti da avviare e se tutto andrà come deve andare - visto con i suoi occhi, s'intende - tra otto giorni dovrà pure darsi da fare per individuare il compratore giusto del Bari che domenica prossima si giocherà la promozione in serie A affrontando il Cagliari. De Laurentiis sa che c'è poco da fare: padre e figlio non possono avere due club nella stessa serie. E si prepara. E poco importa che in Champions Lipsia e Salisburgo si sono affrontate nella fase a gironi. Le regole, in Italia, sono le regole: già due anni fa De Laurentiis è riuscito a evitare la cessione del Bari riuscendo a modificare la norma della doppia proprietà, ma adesso non è più possibile. Il Bari, in caso di promozione, va venduto. A meno che non ci sia qualcuno così folle da credere che a essere venduto sia il Napoli.

Che giorni, per Aurelio De Laurentiis: aspetterà mercoledì, ovvero la finale di Conference, per capire con l'amico Joe Barone se ci sono le condizioni per portare Vincenzo Italiano a Napoli. Sennò vanno ripresi i vari fili interrotti: con Thiago Motta (che ha fortissimi dubbi) e con Galtier che lascia il Psg dopo l'arrivo di Luis Enrique che ovviamente ha solo fatto qualche chiacchiera educata con De Laurentiis e poco altro. Le piste italiane sono suggestive e portano a Roberto Mancini e Fabio Cannavaro. Ma in realtà, anche se davvero come ruolo di riserva, l'ultimo della lista è Rafa Benitez. Il che non vuol dire che è quello che ha meno chance. Sarebbe il primo ritorno dell'era De Laurentiis. Mica solo l'allenatore: c'è il nodo del ds Giuntoli che certo non attenderà in eterno. De Laurentiis vuole fare un doppio dispetto: al suo storico dirigente - da otto anni al Napoli - e alla Juventus che lo ha contattato nonostante fosse sotto contratto. Alla fine dovrà lasciarlo andar via, perché inutile trattenere qualcuno che considera concluso il ciclo. Soprattutto se è colui con cui condividere tattiche e strategia. E poi trovare la soluzione: la promozione di Micheli o l'ingaggio di Accardi (Empoli) e Polito (Bari).

Certo, davvero una gallina dalle uova d'oro, De Laurentiis e la sua famiglia. I quasi 90 milioni della cavalcata in Champions, con Kim si è garantito una plusvalenza da 40 milioni di euro e Osimhen è in vendita ad almeno 160 milioni di euro, più del doppio del prezzo di acquisto. E ora c'è pure il Bari. La multiproprietà non sarà più tollerata dalla stagione 2028/2029, a prescindere dalla serie. Il limite era stato posto al 2023/2024: ma è stato poi deciso di slittamento, proprio sulla spinta di Aurelio De Laurentiis. Ma il patron del Napoli e il suo primogenito Luigi non si faranno mettere spalle al muro come invece ha fatto Lotito con la Salernitana, che è stato costretto a vendere l'ultimo giorno utile (per fortuna dei granata ad acquistare il club è stato Danilo Iervolino). I De Laurentiis da tempo stanno cercando di lasciare il Bari in mani sicure. Hanno tempo trenta giorni dalla fine della stagione, in caso di promozione. Ovvero entro il 30 luglio, dovrebbero cedere il club pugliese che gestiscono dal 2018 da quando il sindaco Decaro, consegnò il titolo di serie D nelle loro mani. L'altra sera, per la semifinale con il Suditirol c'erano 51mila spettatori. A Bari si parla di almeno tre proposte per rilevare il club pugliese che De Laurentiis venderà, sia chiaro, solo se costretto. Perché in caso di permanenza in serie B, la società resterà nelle sue mani. Le grandi manovre sul futuro del Bari sono in corso. Si parla di un solido fondo arabo, pronto a mettere sul piatto un'offerta irrinunciabile. Ovviamente, nonostante il numero uno del club sia Luigi, è Aurelio in persona a seguire le trattative. E a sondare anche le proposte italiane, come quelle dalla famiglia Casillo che del Bari è main sponsor. D'altronde, non è solo l'incasso da stadio che fa impressione ma anche il valore aggiunto dello stadio San Nicola, in corso di restyling e tra i dieci impianti che fanno parte della candidatura italiana per ospitare l'Europeo del 2032.

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Il Mattino