De Laurentiis e la voglia Champions: la cena del Napoli tra scudetto e Francoforte

ADL si riprende la scena: tutti a cena insieme dallo staff tecnico allo staff medico

Aurelio De Laurentiis
La notizia non c'è. O meglio, è già di per sé notizia. Perché Aurelio De Laurentiis che si «riprende» per una sera il suo Napoli...

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La notizia non c'è. O meglio, è già di per sé notizia. Perché Aurelio De Laurentiis che si «riprende» per una sera il suo Napoli anche da vicino è una novità. Il patron, un anno fa, aveva annunciato maggiore vicinanza al club, ai calciatori, a Castel Volturno: «​Ho capito, devo spostare la sede della Filmauro a Napoli» aveva annunciato la scorsa primavera, ma poi la squadra azzurra è sbocciata imparando a volare alto anche da sola e anche la rituale cena di squadra dello scorso Natale non aveva avuto i canoni soliti.

De Laurentiis quella sera a Posillipo non c'era. Un mese dopo, però, ecco tutti a tavola: il patron azzurro invita tutti, da Spalletti a Giuntoli, da Meret a Osimhen. C'è anche lo staff tecnico, quello medico, tutte le figure che aiutano quotidianamente il club. Mancano solo mogli e compagne. Perché? Perché da festeggiare non c'è nulla, perché l'obiettivo della serata - nel giorno libero da allenamenti - non è quello. E non è nemmeno promettere qualcosa ai calciatori: come se poi ci fosse bisogno di un pegno per stimolare la voglia di vincere di Simeone o di Anguissa. Il presidente guarda il suo Napoli negli occhi, a tavola - dove si mostra il lato più sincero di sé - e senza filtri. Fa i complimenti per quanto fatto: una squadra da record fino a oggi, capace di spingersi là dove nessuno aveva saputo spingersi. E con in mano il suo destino. 

L'audio diventato virale della sua telefonata con un tifoso nasconde una verità in mezzo a tanta ironia. Nella testa di De Laurentiis - oggi - c'è più la Champions che lo scudetto. Non è scaramanzia e non è nemmeno voglia di strafare: ma la consapevolezza di non poter sbagliare contro l'Eintracht. O dentro o fuori in 180 minuti. E i quarti del torneo il Napoli non li ha mai visti. C'è l'occasione di riscrivere un'altra pagina di storia: «La Champions ci interessa» ripete. Magari non manderà «...tutti a fanc*** se non si vince» come da telefonata ironica, ma perché non provarci? 

La Coppa Italia non c'è più, ma davanti al Napoli restano le competizioni più allettanti. Il campionato è una corsa a tappe, che sembra in tasca ma non bisogna illudersi: manca tanto, tantissimo ancora. E fare bene in Europa aiuterà Kvaratskhelia e compagni a tenere alta l'asticella anche in Italia. Non c'è stato bisogno di troppe parole ieri sera. I complimenti giusti per quanto fatto fin qui, qualche carezza verbale ai rappresentanti più importanti del gruppo - Di Lorenzo e Mario Rui, Zielinski e Osimhen -, la voglia di far sentire anche la vicinanza del club al gruppo squadra. Tutti sono arrivati col sorriso e con il sorriso andati via. Spalletti si è anche concesso a qualche tifoso prima di tornare a casa. Ci si stringe a tavola, come si fa anche in uno spogliatoio: da soli si va veloce, insieme si va lontano. Lo sa De Laurentiis e lo sa anche il Napoli. Che deve stringersi ancora di più per spingersi dove non è mai arrivato negli ultimi trent'anni. 

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Il Mattino