Napoli, De Laurentiis: «Il mio errore? Non trattenere Spalletti. Lo stadio? Penso ad Afragola»

Il patron a Castel Volturno: non dovevo lasciar andare Luciano, ma l'ho fatto per riconoscenza. Garcia? Forse dovevo esonerarlo prima

Aurelio De Laurentiis
È il giorno di Aurelio De Laurentiis: il patron del Napoli ha convocato la stampa a Castel Volturno alle 11.30. 

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De Laurentiis fa infuriare Bari

Non sono io il problema del Napoli

«Avevo un gruppo che aveva chiuso a 16 punti di vantaggio. Non ritenevo di doverlo cambiare ma di inserire elementi nuovi. Io condottiero? I soldi sono miei. Tutte le cose che da imprenditore tocco vengono bene. Così come farò con lo stadio e campi di allenamento. In una città in cui non c'è stata continuità, io vi ho portato in Europa e anche sopra la Juventus. Io non sono l'uomo del compromesso. Se fossi io il problema mi sarei già fatto da parte. Chi mi conosce sa che non ho un brutto carattere» ha detto ADL. 

L'impegno per tornare a vincere

«Senza Champions l'anno prossimo? Lo scudetto in una società come noi è un evento straordinario. Sapevo che sarebbe stato difficilmente ripetibile. Sapevo che dovevo cambiare per dare motivazioni in più. Per ritornare vincenti per lo scudetto forse ci metteremo tre anni. Mi impegnerò anche se non dovessimo tornare in Champions. Sono uno abituato a vincere» ha detto ADL. 

Zielinski e Demme

«Zielinski e l'esclusione Champions? Il rendimento di Piotr ultimamente è stato al di sotto delle aspettative. Non rimprovero lui ma ce l'ho con Bolek. Lo vuole vendere perché vuole guadagnare. E se Piotr non si impegna per non infortunarsi? Traoré ha un riscatto della Madonna, come faccio a valutarlo? Demme? Ho fatto di tutto per mandarlo a giocare, ma è stato un soldato e ci ha dato tanto» ha detto ADL. 

Il futuro di Mazzarri

«Mazzarri ha chance di restare? E' venuto perché è un amico della famiglia. Lasciatelo lavorare in pace. Poi sarà quel che sarà. Ti pare che ora vado a cercare un altro allenatore? Ad aprile vedremo» ha detto ADL. 

L'idea campionato europeo

«Non mi sono mai pronunciato a favore della Superlega. Ma battuto per la libertà del mercato. A Florentino ho detto che l'idea della Superlega è sbagliata. Doveva pensare a un campionato parallelo a quello nazionale, che rispetta il tifo. Tutti giocano tutti contro tutti, dove hai 27 nazioni, facendo gironi. Giocando martedì, mercoledì e giovedì. Poi sabato e domenica il campionato. Si devono rifare i calendari» ha detto ADL. 

Stadio e centro sportivo ad Afragola?

«Tra un anno e mezzo devo lasciare Castel Volturno. E tra tre mesi devo finire il progetto del centro sportivo nuovo. Quindi trovare e comprare 30 ettari. Il Maradona? Glielo ho detto a Manfredi: o ci mettiamo d'accordo in 120 giorni o vado a farlo altrove. Per il centro sportivo ci sarebbe Afragola che ha la ferrovia, poi avrà la metropolitana. Valuto Afragola o litorale di Pozzuoli. Lo stadio? Potrei anche costruirlo ad Afragola» ha detto ADL. 

Il rinnovo di Kvara

«Ho chiamato il clan di Kvara, gli ho scritto quel che avrei voluto fare col contratto. Mi hanno risposto di volerne parlare a fine campionato» ha detto ADL. 

Il caso preparatore atletico

«Mazzarri chiamato troppo tardi? Esonerare è sempre doloroso. Al preparatore atletico Rongoni ho fatto una capa tanta per concertarsi con Sinatti. Poi lui è andato via dopo aver litigato. Garcia? Sì, ho pensato di mandarlo via prima. Alla Luiss lo dissi pubblicamente, sapendo che non sarebbe trapelato. Ma a quel punto speravo che Garcia avrebbe riflettuto e cambiato rotta. I calciatori, in ogni caso, devono andare bene per loro stessi, sono macchine da guerra e hanno interesse a giocare bene» ha detto ADL.

Il gioco di Mazzarri

«A Mazzarri non dovevo chiedere di ripetere il gioco di Spalletti, perché è diventato prevedibile. Kvara spostato al centro è imprevedibile. Ora io voglio vincere il più possibile e dargli una dignità. Noi combattiamo in un contesto ancora sbagliato ma siamo l'unica squadra in Italia che ha un bilancio attivo, giochiamo contro squadre indebitate e fatturiamo il 50% in meno di Juve, Inter e Milan. Noi però ce la mettiamo tutta. Metto i soldi miei per migliorare il Maradona e per fare i campi di allenamento nuovi» ha detto ADL. 

I problemi con Garcia

«Garcia? Non era bollito, così come non lo è Mazzarri. Il francese fu il milgiore nel 2011, 2013 e 2014. Alla Roma fece 8 punti. Nel 2018 fece la finale di Europa League. Nel 2020 fece la semifinale Champions. Cosa avrei dovuto fare quando disse di non aver visto le partite del Napoli? Credetti che era un gioco. Decise di andare per un suo percorso non adoperando subito Natan e Lindstrom. Se lo avessi subito mandato a casa, voi cosa avreste detto? Avreste pensato che ero impazzato. Gli ho dato delle opportunità. Quando mi ha ascoltato abbiamo vinto 4-0 come a Lecce. Appena mi allontanavo faceva cose molto discutibili. Con l'Empoli nello spogliatoio gli dissi che stava sbagliando e mi rispose 'mi lasci fare'. A quel punto lo mandai a f...lo» ha detto ADL. 

I rapporti con Spalletti

«Non è vero che non avevo rapporti sereni con Spalletti. Ero tra l'altro molto assente per seguire la serie di Verdone. Non ho mai trovato contrasti con lui. Non ci confrontavamo quotidianamente. Se nè andato per questo? Può darsi. Si era impegnato allo stremo, poi la contraddizione è stata andare ad allenare in Nazionale. La penale? Sta in mano agli avvocati. Per me i soldi sono un mezzo e non un fine» ha detto adl. 

La gestione del futuro

«Il De Laurentiis che gestirà il futuro come sarà? I giocatori più importanti li ho sempre portati io. Così come Spalletti. Lo andai a trovare quando Gattuso ebbe problemi di salute. Dopo il terzo posto di Luciano fu attaccato e fu incomprensibile. Io penso di portare avanti tutto sempre con la mia cultura del fare. Se con ci fossi io lo stadio a Napoli non si farebbe, così come un centro sportivo uguale a quello del Manchester City» ha detto ADL. 

Meglio i caratteri contrapposti

«Non mi sono 'fatto fare' da Spalletti ma 'voluto far fare'. Il suo carattere ha bisogno di andare a briglie sciolte. La Nazionale gli si confà. Colpa del mio carattere? Thiago Motta dice che non allenarà mai il Napoli perché ci sono io? Era nella lista dei nostri eventuali allenatori. Disse che puntava ad allenare squadre all'estero. Le scelte sono bilaterali. Così come con Luis Enrique che scelse il Psg. Se i caratteri si contrappongono è meglio, altrimenti la sfida è piatta. Io tuttologo? Io faccio l'imprenditore, non il 'prenditore'. Mi interesso della mia impresa» ha risposto ADL.

I progetti fino al 2030

«Io vedo avanti al 2030, affinché il Napoli sia veramente in grado di avere i mezzi di poter competere con le più forti del mondo. Il vivaio? Ma abbiamo valorizzato Cheddira e Folorunsho. Io sono sempre stato alfiere della Napoletanità. Questa società in 19 anni non vi ha mai tradito. Negli articoli sento una grande acredine, forse c'è invidia» ha detto ADL.

L'anno scorso più facile

«L'altro anno è stato un anno più semplice di questo. Il Liverpool è arrivato quinto. Oggi forse avremmo avuto più problemi a giocarci contro. Forse Spalletti ha immaginato che quello che aveva potuto dormendo qui a Castel Volturno era il massimo possibile da tirare fuori. Per uno che non aveva vinto mai in Italia nulla, uscire dalla scena da grande vicitore è anche umano» ha detto ADL. 

L'errore della riconoscenza

«Accuso me stesso per aver esercitato l'opzione e non aver tenuto il punto fermo. Se tu hai vinto lo scudetto e dici di amare la città non puoi dire tanto facilmente di andartene. Così sembra che non credi nel gruppo che hai allenato. L'addio di Kim si conosceva da tempo. Il mio errore è stato quello di accettare la sua richiesta. Per riconoscenza» ha detto ADL. 

La pec a Spalletti

«Al Maschio Angioino a marzo dissi che Spalletti sarebbe rimasto con noi. Poi ad aprile ecco le tre sconfitte con il Milan tra campionato e Champions. Colpa degli arbitri? Non me ne frega un c... Il 21 aprile per tirare su anche il morale di Spalletti dopo le delusioni col Milan era con lui, nonostante l'uscita dalla Champions, e gli inviai l'esercizio dell'opzione via pec. Era quella la modalità giuridica. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio all'Altro Loco lui ci comunicasse la sua intenzione di prendersi un anno sabbatico. Ecco perché mi sono mosso tardi per cercare un nuovo allenatore. Ma non mi davo per vinto, ho provato ogni modalità per trattenere Spalletti. Mi venne il dubbio che Gravina già lo avesse contattato» ha detto ADL. 

Volevo vincere la Champions

«A marzo con Spalletti iniziammo ad avere un calo. La grande star era stata Kvara. E da marzo fino a novembre non ha più segnato. Riconosco a Spalletti che dopo un primo anno in cui gli ho fatto un cleaning di personaggi non a favore della società, nel secondo anno ha deciso di dormire a Castel Volturno. Ma a un certo punto l'impasto da cuocere non riesce più. Ci rimango malissimo dall'uscita dalla Champions. Mi aspettavo di poterla davvero vincere. Giocarci almeno la finale. Lo scudetto era importantissimo, ma con la Champions avremmo potuto partecipare al mondiale per club» ha detto ADL.

ADL: avevo fatto bene il contratto di Spalletti

«La colpa di tutto quello che sta succedendo è solo mia, vi dissi. E oggi ve lo spiego. Noi siamo come una famiglia. Dopo uno scudetto avere la cultura del dubbio fa male al fegato. Certe cose non è sempre possibile dirle mentre accadono. Io avevo fatto bene il contratto a Spalletti, lo stesso di Benitez. Quando io ho esercitato l'opzione, sapevo che era bilaterale e prevedeva un ulteriore anno. Entro un termine predeterminato avevo il diritto di esercitarlo con una comunicazione scritta, nei modi che sono dovuti. Non esiste la gentilezza o la carineria» ha detto Aurelio De Laurentiis. 

La conferenza stampa in diretta

C'è grande attesa a Castel Volturno

C'è grande attesa a Castel Volturno per le parole di De Laurentiis. Il patron del Napoli potrebbe svelare retroscena di mercato raccontando anche i veri motivi degli addii di Giuntoli e Spalletti. 

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Il Mattino