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Se il buongiorno si vede dal mattino, la stagione di Diego Demme era già stata perfettamente gli ultimi giorni a Dimaro, nel primo ritiro estivo. L'infortunio al ginocchio lo aveva costretto a saltare tutta la prima parte di stagione, a faticare per il rientro, a correre per recuperare il terreno perso con i compagni. Una stagione da ultimo banco per l'italo-tedesco che in due anni di Napoli le ha viste tutte: è stato titolare e indispensabile, poi riserva di lusso, poi ai margini delle rotazioni. Da Gattuso a Spalletti, in soli due anni sembra essere cambiato tutto per Diego che aveva sul braccio la fascia da capitano del Lipsia e aveva scelto di lasciarla per l'amore azzurro coltivato in famiglia.
A Empoli però potrebbe tornare a sorridere.
Mai una parola fuori posto, uno sguardo accigliato, un gesto di stizza. Durante tutta questa stagione il soldatino Demme è rimasto al suo posto, rispondendo presente quando poteva/doveva e rosicchiando minuti anche nei finali di partita concessi dalle rotazioni. L'ultima volta da titolare quasi due mesi fa a Roma contro la Lazio, ma in stagione ha giocato appena 938 minuti. Meno di lui hanno giocato solo Petagna, Malcuit e Ounas, oltre a Ghoulam e Zanoli che ha debuttato dal primo minuto a Bergamo tre settimane fa. È stato titolare solo sei volte fin qui in Serie A, non sempre convincendo e prendendosi qualche sostituzione dura anche in Europa. E nel Napoli del prossimo anno ci sarà posto per lui? Nessuno è incedibile, un concetto ripetuto più volte negli ultimi mesi da tutto il club, soprattutto chi come Demme non ha avuto troppo spazio. Lasciare Napoli in estate, con un'offerta giusta, è un'opzione non troppo remota: per cancellarla, ci sono ancora cinque partite a disposizione e qualche porta aperta in più.
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