Tokyo 2020: Emmanuele Marigliano stacca il pass per le Paralimpiadi

Emmanuele Marigliano
Destinazione Tokyo. Il biglietto tra le mani e la bandiera a cinque cerchi sul profilo Facebook. Pugno destro alzato al cielo, mentre sfila in carrozzina sul piano vasca....

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Destinazione Tokyo. Il biglietto tra le mani e la bandiera a cinque cerchi sul profilo Facebook. Pugno destro alzato al cielo, mentre sfila in carrozzina sul piano vasca. «È un sogno che si realizza. Ho il pass olimpico e stento ancora a crederci, però questo vuol dire che quando credi in qualcosa in maniera così forte, i risultati poi arrivano». Da Napoli alle Paralimpiadi in Giappone, Emmanuele Marigliano ci sarà. «Era il mio sogno da bambino e rendermi conto di averlo realizzato mi inorgoglisce», riferisce entusiasta il nuotatore classe 1995.

Apoteosi alla Scandone. «Non riesco ancora a trovare le parole giuste e forse non le troverò mai. Posso solo dire che ho realizzato il mio sogno più grande, ovvero quello a cinque cerchi. Anni di sacrifici, battaglie fisiche ed emotive, andando avanti e indietro in corsia, per spingere al massimo, più forte del cronometro, più forte delle difficoltà che in precedenza mi avevano impedito di rincorrere il sogno con continuità».

Domina Marigliano agli Assoluti. Incetta di medaglie: tre d’oro e due d’argento. Chiude al primo posto nei 150 misti SM3 (3’32”80), nei 50 rana SB2 (1’05”48 con tanto di record italiano), nei 150 misti open. Secondo, invece, nei 50 stile S3 (1’02”96) e nella rana open. Le ha dovute mettere sul tavolo di casa le cinque medaglie vinte. Al collo pesavano troppo. «Partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo rappresenta il coronamento di ogni atleta. Non capita tutti i giorni. Sono davvero felice ed emozionato di esserci riuscito. Aggiungo un’altra significativa esperienza in carriera», osserva il ragazzo di Barra, già sul tetto d’Europa a Funchal da esordiente.

Ammira tra le mani il pass, incredulo dell’impresa realizzata, risultato del duro lavoro svolto insieme agli allenatori Enzo (abbracciato in maniera vigorosa e vistosa) e Francesca Allocco. Gioia immensa, difficile da esternare. «Aggiungo qualcosina», scherza Marigliano, ebbro di felicità. «Dedico questo successo a tutte le persone che mi sono state vicine nel lungo periodo di preparazione, soprattutto a mia zia Cira, alla quale riservo ogni mio traguardo e alla mia famiglia». E poi le considerazioni legate alla prestazione sfoderata. «La qualifica è arrivata grazie al miglioramento del mio record italiano nei 50 rana, impreziosendo l’impegno messo in atto. Ringrazio il presidente del Centro Sportivo Portici, Alessandro Pacilli, lo staff tecnico della Nazionale italiana paralimpica e il commissario tecnico Riccardo Vernole per la grande occasione che mi è stata concessa. Cercherò di ripagare la fiducia nel migliore dei modi», assicura convinto il nuotatore napoletano.

Riscatto totale. «Dopo essere stato impossibilitato dai problemi fisici ad inseguire i Giochi paralimpici di Rio 2016, chiunque, forse, al posto mio, avrebbe mollato. Motivato e invogliato, ho deciso invece di continuare, sconfessando increduli e scettici sulle mie reali possibilità di riuscita». E poi «un’emozione indescrivibile la qualificazione conquistata tra le mura amiche della Scandone». Il sogno di Emmanuele Marigliano è divenuto realtà.

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Il Mattino