Di Canio e l'audio rubato su Mourinho: «Ecco cosa volevo dire»

Di Canio e l'audio WhatsApp su Mourinho: «Ecco cosa volevo dire»
Ha fatto davvero il giro dei social l’audio rubato di WhatsApp di Paolo Di Canio, inviato ad un amico romanista, riguardo l’arrivo di Jose Mourinho sulla panchina...

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Ha fatto davvero il giro dei social l’audio rubato di WhatsApp di Paolo Di Canio, inviato ad un amico romanista, riguardo l’arrivo di Jose Mourinho sulla panchina della Roma. Un audio non esattamente lusinghiero verso il portoghese: «È finito - diceva l’ex giocatore della Lazio e opinionista Sky - terzo esonero in 4 anni, cacciato da tutte le parti. Avete preso il peggio che c’è in questo momento, poverino». Un audio che - evidentemente doveva rimanere privato - e che invece è finito sul cellullare di tutta Roma. O Quasi. Con romanisti inferociti, che accusano l'ex bandiera laziale di rosicare per l'ingaggio dello special one. 

Al Corriere dello Sport, però, Di Canio spiega però di non dover chiedere «Scusa a nessuno. Nelle conversazioni private faccio come mi pare - le sue parole - Nessuno si può indignare, immagino cosa dicano privatamente nelle loro conversazioni». «Quell’audio circolato - aggiunge - fa parte di altri 6-7 messaggi in cui dico altre cose positive di Mourinho. Ci sono i vocali, non li divulgo perché privati, la vigliaccheria è che hanno fatto girare solo quello».

«Si parlava anche per divertimento - dice ancora Di Canio - non sono tifoso della Roma, certo, ma sono scevro da condizionamenti. Ho 53 anni, non faccio campanilismi, non è più il mio modo di pensare: faccio comunicazione, mi piace trasmettere la mia competenza». Quanto alle opinioni nel merito su Mourinho, «sono cose che ho già detto in tv, le dico da tre anni. Mi arrivavano vocali del tipo ‘vinciamo lo scudetto’, ‘annamo a vince’, la mia risposta è stata colorita». 

«Io dico che Mourinho ha perso appeal - dice ancora l’ex bandiera della Lazio - non mi sembra abbia più la forza, l’energia per stare h24 al top level». Ma - aggiunge - «l’ho sempre indicato come numero uno, per come faceva gruppo, per l’intensità del lavoro, per l’armonia nello spogliatoio». Negli ultimi tempi, però, qualche esonero di troppo: «Al Chelsea è stato mandato via per un mix di situazioni. Allo United ha avuto problemi con Pogba e con Mkhitaryan, al Tottenham perché era settimo, e per i rapporti: dopo aver perso col Liverpool quando si giocava il primo posto ha iniziato a fare polemica con i giocatori e la squadra è crollata. Cose non da lui. Come i giocatori, anche i grandi allenatori possono avere una fase discendente».

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Il Mattino