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A una Nazionale così malridotta serve un leader vero. E un leader calmo, per non farsi trascinare nella tempesta. Non è questione di una fascia al braccio. È lo spessore di un uomo che fa la differenza. E questo uomo, in un momento difficile per l'Italia chiamata martedì 12 a un vero e proprio spareggio per Euro2024 contro l'Ucraina al Meazza, è Giovanni Di Lorenzo, il capitano del Napoli.
Luciano Spalletti, suo ex allenatore nella squadra campione d'Italia e nuovo ct, non ha voluto stravolgere le gerarchie nel Club Italia e ha sistemato la fascia di capitano sul braccio di Ciro Immobile, il più anziano, parimenti rispettato all'interno dello spogliatoio. Tuttavia Di Lorenzo ha qualcosa in più sotto l'aspetto dello spirito. È partito dalle retrovie del calcio, sa cosa sono i campi (e gli ambienti) della serie C, non si è trovato subito sotto la luce dei riflettori: non è passato per il vivaio di un prestigioso club, come Immobile o Gigio Donnarumma, cresciuti nella Juve e nel Milan.
La stagione per Di Lorenzo e le sue squadre azzurre è già a un bivio. La Nazionale deve battere l'Ucraina e agganciarla al secondo posto nella classifica del girone di qualificazione; il Napoli deve superare bene le tre trasferte consecutive che lo attendono in otto giorni (Genoa, Braga e Bologna) per dare un segnale della sua forza al campionato, alle rivali Champions e all'ambiente, che ha iniziato a interrogarsi sulle prospettive della squadra, a tre mesi dalla fine dei festeggiamenti per lo scudetto. Va così a Napoli, con sbalzi umorali talvolta insopportabili, e Di Lorenzo, un toscano di origini campane, lo ha capito molto bene in questi anni.
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