Questo è un gemellaggio che ha resistito a qualsiasi cosa: e allora oggi gli uomini della questura di Napoli sanno bene che non dovranno fare nulla per evitare che...
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Qui, invece, c'è di mezzo un gol di Mario Faccenda che un generoso Castellini contibuì a propiziare con un rinvio con le mani che finì direttamente in calcio d'angolo. Il Genoa pareggio 2-2 e il Milan che nel frattempo aveva rimontato da 0-2 a 3-2 in casa del Cesena precipitò in serie B. Quel giorno del maggio 1982 furone gettate le basi di un gemellaggio che non ha mai traballato. E fu consolidato un odio - quello tra genoani e milanisti - che tante lacrime avrebbe provocato qualche anno dopo.Attraverso i muri social, lontani dagli occhi indiscreti, genoani e napoletani si sono dati appuntamento al centro storico per una pizza e uno scambio di sciarpe. Il club rossoblù parla di almeno 600 tifosi che partiranno dalla Liguria.
«Genova è la Napoli del Nord» hanno scritto in segno di sterminato amore gli ultrà del Genoa. Non c'è bisogno di gesti particolari. Le forze dell'ordine lo sanno bene che non c'è nulla da temere da questo incrocio. E allora, nessun cordone all'arrivo del bus dei tifosi rossoblù, nessun tipo di sorveglianza all'hotel che nella notte ha ospitato la squadra di Gasperini. Il gemellaggio più lungo della storia d'Italia vivrà oggi un altro momento particolare: nulla ha scalfito i rapporti tra le tifoserie. Anzi, è proprio questa saldissima amicizia, una pietra miliare nella geografia del tifo italiano, a far scaturire di conseguenza le inimicizie. Non è un paradosso, funziona proprio così. Non è un caso che la rivalità tra genoani e sampdoriani spinga quest'ultimi a inscenare cori ostili contro i napoletani. E che i tifosi-amici dei blucerchiati - persino all'estero, come in Francia quelli del Nizza e del Marsiglia - siano nemici di quelli azzurri.Per Napoli-Genoa, dunque, non c'è nessun divieto di trasferta. A dimostrazione che un altro calcio tra stadi blindati e controlli serrati, è possibile. Potranno esporre i loro vessilli, senza il rischio di provocare reazioni. Un pomeriggio di festa. Da godere al di là dei novanta minuti della partita. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino