Ora si riprende definitivamente il presente e forse, molto presto, si prenderà il futuro e la storia del tennis. Pensieri, parole e sogni del Re d'Australia Novak...
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Con primo Major del 2019 vinto Djokovic è sempre più saldo sul trono dove è tornato a sedersi per la quarta volta sul finire della passata stagione, dopo la finale di Parigi-Bercy: per Nole è la tredicesima settimana consecutiva al comando (la 236esima complessiva). In seconda posizione c'è Rafael Nadal, ora però distanziato di 2.635 punti dal serbo, mentre sul gradino più basso del podio sale Alexander Zverev eguagliando il record personale. «Quando nel 2008 conquistai il titolo a Melbourne per la prima volta non pensavo certo di poterne vincere così tanti, ero solo contento di aver dimostrato di potermi inserire tra i big - spiega Djokovic, che con la settima Norman Brookes Challenge Cup ha staccato proprio Federer e Emerson - Quanto a detenere contemporaneamente tutti i quattro i major, l'ho già fatto una volta e posso farlo ancora. Del resto nella vita tutto è possibile, e se continuo a giocare è evidente che io punti ai record di chi mi precede. Ma non ho fretta, il tempo è dalla mia parte».
Arriva al giardino botanico di Melbourne con 51 minuti di ritardo rispetto all'orario previsto, Nole si espone volentieri alle domande della dozzina di cronisti presenti curiosi di sapere come aveva passato le prime ore da re. «Ho celebrato in piazza con alcuni tifosi della comunità serba - racconta - ma non ho ancora avuto modo di ripensare a quel che è successo, a quello che ho ottenuto.
Il Mattino