«Se stiamo sognando, non svegliateci». Le lancette segnano le ore 16.55: è Storia, è serie A. Nella Twickenham all’ombra del Vesuvio il sogno...
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Vittoria di un gruppo compatto, che ha scommesso in un impianto realizzato con capitali privati, rendendo il Villaggio del Rugby un’isola felice e una fortezza inespugnabile. «Enorme soddisfazione vedere tanti bambini avvicinarsi allo sport della palla ovale». Numerosi a bordo campo come sugli spalti. La città si è stretta in un abbraccio affettuoso intorno ai verdeblu: oltre 2 mila tifosi, appassionati, semplici curiosi. Scoppia la festa nell’ex area Nato di Bagnoli: si canta sulle note di «Sarò con te» e «'O surdato 'nnammurato». Cornice unica, resa meravigliosa dall’atmosfera magica del derby. Amatori Napoli – Partenope finisce 39-18 per Alessandro Quarto e soci. Primo tempo 25-3 per i padroni di casa. Nella ripresa i cugini biancoblu provano a rientrare in gioco (25-18). L’ingresso di Vincenzo Gargano elettrizza l’ambiente e al triplice fischio scatta la pacifica invasione sul manto erboso. Il sincero abbraccio delle due formazioni cittadine a centrocampo completa l’opera.
«Sensazione indescrivibile. Siamo riusciti nell’intento con due giornate d’anticipo. Un sogno coronato nella stracittadina, che ha sempre un sapore particolare. Puntiamo a crescere e ad andare sempre più in alto. Ringrazio il pubblico per il supporto caloroso in tutte le gare, anche in trasferta», afferma il capitano Quarto. Prende fiato il presidente Diego D’Orazio, abbracciato dai suoi figli. «Grazie a tutti. Gruppo fantastico, che ha lavorato con maturità e professionalità. Impegno corale dagli under 6 agli Old. Ci godiamo la festa. Napoli meritava la vetrina della serie A. Raccogliamo la semina di 20 anni di attività ma non dimentichiamo la tradizione». Partecipano al gioioso avvenimento Marcello Martone, Mimmo Augeri, Raffaele D’Orazio, protagonisti dei due scudetti nel 1964-1966. «Giornata importante. Il rugby in Campania ha prospettive positive. L’Amatori chiude un ciclo, nella speranza che ne inizi un altro», osserva l’avvocato civilista Augeri (nelle foto di Stefania De Rosa). «Un passaggio di testimone e un momento in cui si prospetta un avvenire radioso».
Anche il «portafortuna» ed ex capitano del Napoli, Christian Maggio, assiste in tribuna allo storico trionfo, mantenendo la parola data, che sarebbe intervenuto per la memorabile occasione. E poi Berardo Impegno, politico di lungo corso ed ex rugbista. «Napoli ritorna ad essere capitale della palla ovale con un management davvero eccezionale». Soprattutto nell’anno delle Universiadi. «Una conquista della Regione Campania: questa location ospiterà atleti provenienti dal mondo e farà comprendere la bellezza di questa città». Si congratulano con gli «eroi della palla ovale» Franco Manna e il direttore sportivo Gabriele Gargano, che, proprio 30 anni fa, festeggiarono il salto di categoria nella massima serie, rivivendo le medesime emozioni di Lorenzo Fusco, padre dell’enfant prodige Alessandro, pedina inamovibile dell’Italrugby under20, titolare nel Sei Nazioni. «Meglio non poteva andare. Riportiamo una squadra napoletana in serie A. Parterre incredibile di ospiti, ex giocatori e sostenitori di sempre. Speriamo di migliorare ancora nei prossimi anni. Il passato sarà ancora nel futuro», auspica Manna.
Coincidenza singolare e casualità non irrilevante, quasi una trama di un film tratteggiata dal produttore della Grande Bellezza e fondatore della Indigo Film, Nicola Giuliano. Team composto interamente da napoletani con un unico straniero in rosa, l’argentino Franco Salice, e giocatori a «chilometro zero», prodotto del vivaio e frutto del patto territoriale siglato con Afragola.
Con inchiostro indelebile scrive la Storia l’Amatori Napoli Rugby ma il meglio deve ancora venire. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino