«Niente è impossibile, nulla è precluso». Dal Molosiglio alla Bocconi, sempre in gol. Con quel visino furbetto, da bravo ragazzo. Talento puro,...
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Antonio Maccioni incarna l’archetipo di studente-atleta modello. Il suo un esempio luminoso: come coniugare sport professionistico e impegno accademico, al di là delle oggettive difficoltà. Matricola 3044921, Maccioni ha ricevuto il prestigioso Dean’s Award, «riservato agli studenti del II anno dell’Undergraduate School, che siano riusciti a conciliare una brillante carriera universitaria con attività extra di alto livello».
Coraggio e ambizione. «Ho scelto di andare a Milano, perchè volevo investire nello studio e sapevo che la Bocconi dava grandi possibilità», ammette soddisfatto il pallanuotista iscritto al corso di laurea in International Economics and Finance. «I primi due anni sono stati abbastanza duri, poiché ovviamente studiare e giocare non è affatto facile. Per fortuna, però, sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione in acqua (scudetto under 20 e due promozioni con la Metanopoli, dalla C alla serie A2) ma anche l'università mi sta regalando parecchie soddisfazioni», racconta Antonio, che ha iniziato ad allenarsi con Vincenzo Palmentieri, il coach che ha scoperto e forgiato la generazione dei vari Alessandro Velotto, Matteo Morelli, Umberto Esposito e Biagio Borrelli.
Impegno, passione, determinazione. «Risultati straordinari davvero difficili da raggiungere contemporaneamente», afferma Maccioni, premiato dal compianto Nando Pesci come miglior giocatore della Final Four under 20 del 2018.
«Quest’anno andrò a studiare a Singapore nel secondo semestre», annuncia i suoi programmi Maccioni. Necessaria una breve interruzione clorata. «Per il futuro si vedrà, c'è tanta voglia di fare».
Pallanuoto sempre primo amore del napoletano Antonio Maccioni ma per appendere la calottina al chiodo ci vorrà ancora tempo.
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Il Mattino