Federico Cherubini prima, Fabio Paratici poi. Lo staff della Juve era sceso in campo in prima persona per assicurarsi che Luis Suarez superasse il test e conseguisse...
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La posta, ossia la possibilità di tesserare il centravanti, era così importante che da Torino erano intervenuti in due, prima personalmente, poi attraverso lo studio Chiappero. È stato Cherubini, Head of Football teams and technical areas, il funzionario più vicino ad Agnelli (chiamato semplicemente Fede dal numero uno bianconero), astro in ascesa del club (è un dirigente di quelli che piacciono da sempre in casa Juve ed è già indicato come successore di Paratici), a contattare, in virtù di una vecchia conoscenza (è anche lui umbro) Maurizio Oliviero, rettore della Statale di Perugia. Voleva sapere se il suo ateneo prevedesse i test necessari per la cittadinanza. Lo precisa il club di Torino, perché Oliviero non è intercettato. È a quel punto il rettore della Statale si rivolge al dg dell'ateneo per stranieri, Olivieri, già sotto inchiesta per altre vicende. Così le conversazioni vengono annotate dai militari della Finanza: «Dobbiamo aiutare il nostro centravanti», dice Oliviero. L'intervento di Paratici, tirato in ballo nelle intercettazioni («È più importante di Mattarella») con il rettore della Statale è invece successivo: «Paratici - dice Oliviero - mi ha chiamato dopo l'esame». E viaggia spedita anche la procura della Figc. L'ufficio diretto dal procuratore Chiné avrà tempi rapidi sul caso Suarez.
Dopo il fascicolo d'indagine aperto mercoledì a breve verrà avviato anche un procedimento. L'obiettivo è accertare la responsabilità della Juve. O meglio dei suoi dirigenti. In particolar modo quella di Paratici (alcune voci ieri lo davano a Londra) e di Cherubini. Ed è per questo che la procura federale ha già messo in agenda una serie di audizioni. Verranno ascoltati Paratici, Cherubini e l'avvocato Maria Turco. Il club di Agnelli si trova in una posizione molto scomoda. Il danno d'immagine è grande. Così come il malumore della Figc per l'intera vicenda. In un momento molto delicato per il calcio non fa certo gioco una macchia di questo tipo. Ma cosa rischia ora la Juventus? In sede sportiva, la società risponde dell'operato dei suoi tesserati. Si profila un illecito disciplinare previsto al comma 7 dall'articolo 32 del Codice, che riguarda proprio la violazione delle norme in materia di tesseramenti, compiuta mediante falsa attestazione di cittadinanza. Oltre alla slealtà sportiva prevista all'articolo 4. Il tutto però potrebbe chiudersi con un'ammenda salata per il club (c'è l'attenuante del mancato tesseramento del giocatore) e una possibile squalifica per i dirigenti coinvolti (se sarà accertata una responsabilità). Da Torino filtra tranquillità. Paratici però sembra sempre più lontano dal club. Le parti erano già distanti. La gestione del mercato non è affatto piaciuta e l'arrivo di Morata (al posto di Suarez) è sembrata una mossa disperata del dirigente. Su di lui si allunga sempre di più l'ombra di Federico Cherubini che adesso però viene tirato in ballo nell'inchiesta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino