Batistuta e le caviglie a pezzi: «Ho pregato un amico di amputarmi»

Gabriel Omar Batistuta (Instagram)
“Le mie caviglie sono fragili per costituzione. Non ho mai potuto giocare al cento per cento. Sono stato torturato dalle distorsioni. Andavo avanti a furia di infiltrazioni...

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“Le mie caviglie sono fragili per costituzione. Non ho mai potuto giocare al cento per cento. Sono stato torturato dalle distorsioni. Andavo avanti a furia di infiltrazioni e antidolorifici”, una grande carriera nel calcio che ha avuto conseguenze nefaste per l'ex attaccante argentino di Fiorentina e Roma Gabriel Omar Batistuta, conosciuto come “Batigol”: “L’impegno con la società, con il pubblico, con me stesso era troppo importante. Scendevo in campo in condizioni impossibili. Ero il Re Leone, Batigol il guerriero e stringevo i denti”.

 
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Finito di giocare infatti è arrivato il conto: “Appena smesso, mi sono ritrovato con le caviglie a pezzi – fa sapere il “Corriere dello sport” -  Non avevo più cartilagine. Osso contro osso, su un peso di 86-87 chili: il minimo movimento diventava un tormento. Lo stesso problema di Van Basten, che ha detto basta a 28 anni. Certi giorni non riuscivo a scendere dal letto. Piangevo di rabbia e mi dicevo: non può finire così”.



Il dolore era insopportabile: “La mia famiglia mi reclamava: ora puoi stare con noi. E invece soffrivo, stavo male. Così male che sono andato da un amico medico e gli ho chiesto di amputarmi le gambe. L’ho pregato, ho insistito. Gli ho detto che quella non era più vita”.
Ora ha una protesi alla caviglia sinistra e sta facendo riabilitazione: “Una soluzione che rincorrevo da almeno sei-sette anni. Fra 40 giorni, tolto il tutore, sapremo se il dolore è scomparso e potrò finalmente camminare come una persona normale” Leggi l'articolo completo su
Il Mattino