Simeone, il killer del Napoli a caccia di una maglia per il gol dell'ex contro la Fiorentina

Sono passati più di 5 anni ma il sapore resta speciale

Giovanni Simeone
Sono passati più di 5 anni e sono arrivati ancora tanti gol sotto porta. Ma la partita con la Fiorentina per Giovanni Simeone ha sempre un sapore diverso. Speciale....

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Sono passati più di 5 anni e sono arrivati ancora tanti gol sotto porta. Ma la partita con la Fiorentina per Giovanni Simeone ha sempre un sapore diverso. Speciale. Così come per il Napoli e i napoletani. Il Cholito, infatti, fu il killer che ammazzò con tre colpi al cuore i sogni scudetto del Napoli di Maurizio Sarri. Era il 29 aprile del 2018 e gli azzurri arrivano al Franchi all'inseguimento della Juventus capolista (che aveva espugnato San Siro) ma furono letteralmente asfaltati da Simeone. L'attaccante argentino – che dal 2022 è in forza al Napoli – vestì i panni del mattatore prima costringendo Koulibaly al rosso diretto all'alba del match e poi decise di portarsi il pallone a casa, segnando una tripletta che fece crollare le ultime speranze azzurre per la conquista del tricolore.

Oggi, a distanza di oltre cinque anni da quell'episodio, il Napoli si appresta ad ospitare la Viola al Maradona di Vincenzo Italiano che divide con gli azzurri (e con la Juventus) il condominio della terza posizione in classifica. Il Cholito chiede spazio, ma naturalmente in questo Napoli – con un gigante come Victor Osimhen che occupa le stesse zolle di campo - è costretto a recitare la parte del comprimario. Garcia in ritiro ha provato anche l'ipotesi del doppio centravanti, ma per il momento si tratta ancora di soluzioni sperimentali. Per il momento uno esclude l'altro. E Simeone a Lecce sabato scorso ha trovato una maglia da titolare, complice il turnover applicato da Garcia in vista della Champions. Archiviata – solo per il momento la parentesi europea - ci si rituffa in campionato con l'ultimo step del tour de force prima della sosta. Difficilmente il Cholito partirà titolare contro la sua ex squadra, ma l'attaccante argentino figlio d'arte ha dimostrato di saper essere letale anche e sopratutto quando pare dalle retrovie. L'ultimo esempio, in ordine di tempo, proprio con l'Udinese quando è entrato (proprio al posto di Osi) ed ha siglato di testa la rete del definitivo 4-1 per gli azzurri.

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Il Mattino