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Incredibilmente, pazzescamente, straordinariamente, la Uefa ha cambiato più negli ultimi tre giorni che nei 20 anni precedenti. E, uditeudite, addirittura si è incamminata, con i suoi piedoni petrosi e onusti di burocrazia, verso la strada del buon senso.
Un sogno. E dunque: o stamattina nevica a Roma con 40 gradi oppure Aleksander Ceferin è la reincarnazione slovena di Copernico. Di certo, dopo aver ridipinto il logo della Uefa con i colori dell’arcobaleno, la grande famiglia del pallone europeo ieri ha rivoluzionato l’intelaiatura delle coppe e di ogni duello disteso su una partita di andata e una di ritorno.
In estrema sintesi, dalla prossima stagione, i gol segnati in trasferta in tutte le competizioni non varranno più il doppio.
Serve un esempio? Facciamo un esempio. Roma-Juventus, semifinale di Champions (è un esempio...). La Roma gioca in casa all’andata e trionfa per 2-1. Bene. A Torino, al ritorno, vince la Juve per 1-0. Aggregate 2-2, secondo le diciture della Uefa. Oggi a saltare l’ostacolo sarebbe la Juve per via dei gol segnati in trasferta. Da domani, viceversa, la partita di ritorno andrebbe quantomeno ai supplementari. E così. E così, conservatrice per indole e tetragona al cambiamento come un essere umano (tenerissima fu l’invenzione degli arbitri di porta pur di non cedere alla goal-line technology), la Uefa passa una mano di bianco su una norma nata negli anni Sessanta del Novecento e restituisce un briciolo di equilibrio alle sfide a eliminazione diretta. «La regola dissuadeva le squadre di casa dall’attaccare», ha perfino argomentato Ceferin, ormai chiaramente nella veste di Robespierre.
OCCASIONI PERDUTE
È vero, comunque, che da tempo la regola stingeva nel fiume degli anni ed emanava dubbie scintille. I tifosi della Roma, d’altronde, ricordano ancora bene la partita contro lo Slavia Praga nei quarti della Coppa Uefa ‘95-96: 2-0 per i cechi all’andata, 3-1 per i giallorossi ai supplementari all’Olimpico, e promozione dello Slavia. Oggi, anzi da domani, la gara andrebbe ai rigori. E ancora (peggio). Resta inciso nel marmo della follia un caso. Nella semifinale di Champions del 2003 il Milan e l’Inter pareggiarono all’andata per 0-0 (in casa, nominalmente, giocavano i rossoneri), pareggiarono anche al ritorno (per 1-1) e passò il Milan per il gol firmato in trasferta. Stesso stadio, stessi risultati, stessa somma di gol e...una squadra avanti per diritto.
Per tacere di Roma-Barcellona del 2018, inclinata dal Barça all’andata (4-1), bilanciata dai giallorossi al ritorno (3-0) e sorridente per la Roma. Ennò, dice Ceferin, non è giusto. Da oggi si va ai supplementari. Da oggi si fa la rivoluzione.
Il Mattino