Tiger Woods: «Sono qui, io ancora duro da battere»

Tiger Woods: «Sono qui, io ancora duro da battere»
La Tigre è tornata e fa sentire il suo ruggito. Oggi Tiger Woods, sei anni dopo la sua ultima Ryder Cup, è tornato ad allenarsi a Le Golf National, il complesso a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La Tigre è tornata e fa sentire il suo ruggito. Oggi Tiger Woods, sei anni dopo la sua ultima Ryder Cup, è tornato ad allenarsi a Le Golf National, il complesso a una quarantina di chilometri da Parigi dove da venerdì cercherà, con gli Stati Uniti, di strappare la vittoria in casa dell'Europa dopo 25 anni. «Ieri sera quando sono arrivato abbiamo fatto festa con i compagni - ha raccontato Tiger Woods - è stato molto divertente quando li ho visti, ma oggi ci siamo già allenati. Il percorso è piuttosto serrato ma è bello fare golf quando non ci sono 35 gradi di temperatura». Tiger Woods, uscito da malanni a ripetizione alla schiena che hanno messo a rischio la sua straordinaria carriera, vuole credere fino in fondo di essere tornato la vera «Tigre»: «prima di essere selezionato - ha raccontato - mi ero detto che in un modo o nell'altro ci sarei stato. Jim (Furyk, il capitano, ndr) mi aveva chiesto di fare il vicecapitano. Ma adesso ho il mio posto di giocatore ed è una cosa molto diversa. È bellissimo far parte di questa squadra, sono giovani ma hanno già parecchia esperienza. E io penso di essere ancora duro da battere». Ricorda gli inizi del suo calvario e smentisce di avere a lungo chiesto troppo al suo fisico: «è vero, nel 2006 ai Masters sono andato oltre. Ma mio padre stava per morire e io volevo vincere per lui. Quando ho perso, lui poi mi ha sgridato: 'credevo di averti insegnato a fare questo sport per te stesso, per la tua soddisfazione. Aveva ragione. Ma quella è stata l'unica volta che ho chiesto troppo a me stesso».

  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino