Cari ragazzi, quante ragioni per piangere dopo Granada

Cari ragazzi, quante ragioni per piangere dopo Granada
Il Napoli ha perso due a zero a Granada e anche se così, prima facie, potrebbe sembrare questa la notizia, in realtà la notizia è un'altra e cioè:...

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Il Napoli ha perso due a zero a Granada e anche se così, prima facie, potrebbe sembrare questa la notizia, in realtà la notizia è un'altra e cioè: ma perché questo fatto ci dispiace? Perché soffriamo? Perché siamo dilaniati dal dolore dal momento che è dall'inizio della stagione che gli azzurri ci hanno abituati a questi saliscendi emozionali e dunque dopo la vittoria in campionato con la Juve non potevamo che aspettarci una sconfitta ieri con il Granada? La risposta la tiene Sophia Loren. «Mimì, lo sai quando si piange? Quando si conosce il bene e non si può avere». Ecco. Se fino a tre anni fa il Napoli era, per esperti e commentatori sportivi, «la squadra più sexy d'Europa», vederla ieri sera soccombere imbelle in eurovisione non poteva che essere una pugnalata.

I tifosi del Napoli sanno cos'è il bene. Ecco perché hanno ottime ragioni per piangere. Ragioni che invece non si rinvengono nell'atteggiamento degli undici scesi in campo ieri in terra spagnola. Va bene le assenze, va bene gli infortuni, ma in campo c'erano giocatori di nazionali, genti abituate a calcare palcoscenici internazionali. Com'è possibile che in novantaquattro minuti effettivi non si sia stati capaci non dico di fare un gol ma quanto meno di creare un'azione offensiva a ciò finalizzata? Fa male vedere questo Napoli così triste, rassegnato al proprio destino anche se nessuno ha già stabilito quale sia. Almeno un primato però il Napoli ieri lo ha raggiunto. Nei minuti in cui gli azzurri precipitavano a Granada, infatti, gli americani sbarcavano su Marte. E cosa sono i famigerati sette minuti di terrore della Nasa in cui il rover doveva passare da 20mila km/h a zero rispetto ai due minuti in cui il Napoli è passato da zero a game over? 

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Il Mattino