Grand Slam di Budapest, il bronzo pesante del napoletano Antonio Esposito

Antonio Esposito
Sudore e sacrifici. Urlo liberatorio e lacrime di gioia. Il leone è tornato a ruggire. La delusione della mancata qualificazione a Tokyo 2020 lascia il posto al bronzo...

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Sudore e sacrifici. Urlo liberatorio e lacrime di gioia. Il leone è tornato a ruggire. La delusione della mancata qualificazione a Tokyo 2020 lascia il posto al bronzo pesante conquistato al Grand Slam di Budapest. A distanza di un anno il napoletano Antonio Esposito rientra nel novero dei più forti al mondo.

Podio ungherese. Riscatto e ripartenza di slancio per il judoka delle Fiamme Azzurre e della Nippon Club, che si affida a Facebook per esternare i suoi sentimenti. Non ha mai smesso di sognare l’agente della Polizia Penitenziaria, che desiderava fortemente rilanciarsi nel consesso internazionale. Si lascia dietro un periodo difficile, non dimenticando l’affetto di quanti gli sono stati accanto, e inaugura una nuova stagione sul tatami.

«Un anno fa, nello stesso palazzetto, passai uno dei momenti più difficili della mia carriera, toccando il «fondo» per la sconfitta del Mondiale e la mancata qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. Poi successivamente subii l'operazione di ricostruzione della spalla, che mi fece soffrire tantissimo per tutta l'estate, nella speranza di poter ritornare quanto prima. Non ho mai smesso nè di crederci nè di sognare, pensavo continuamente ogni giorno di tornare sul podio».

Percorso. Il classe 1994 è stato indiscusso protagonista sulla materassina, tanto da eliminare il belga Matthias Casse, testa di serie numero uno e secondo nella classifica mondiale degli 81 kg. Ha ribaltato ogni pronostico, superando anche l’ostico portoricano Adrian Gandia. Nei quarti lo stop con il georgiano (passato sotto la bandiera degli Emirati Arabi Uniti) Nugzari Tatalashvili, che ha condiviso con il campione napoletano il terzo posto. Infine il recupero vincente con il kirgizo Asad Masabirov e l’atto finale a spese del turco Vedat Albayrak. Oro per il brasiliano Guliherme Schimidt e argento per l’azero Saeid Mollaei (nelle foto di Gabi Juan).

«Le medaglie non sono mai uguali, ognuna racconta qualcosa e quelle di Antonio non sono mai banali, raccontano sempre di sacrifici, di umiltà e serietà. Esposito ha superato delusioni e sconfitte, accettandole sempre senza scuse e continuando a lavorare a testa bassa senza lamentarsi. Sono veramente felice per lui», ha concluso Lello Parlati, capo allenatore della Nazionale italiana maschile.

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Il Mattino