Gonzalo Higuain l'uomo dei sogni: sabato 28 maggio un inserto speciale del Mattino dedicato alla grande stagione del bomber del Napoli. La storia della sua vita,...
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Cosa gli è mancato quest’anno? Lo scudetto. Si fa presto a dirlo. Ma il Napoli ne ha vinti soltanto due, e con il più grande calciatore al mondo, in novant’anni di storia. Gonzalo Higuain non poteva arrivare primo anche in campionato, dopo aver stracciato tutti nella classifica cannonieri, con quei 36 gol che gli hanno consentito di cancellare i record di Angelillo e Nordahl. Ci sarà l’opportunità per vincere lo scudetto, la sfida alla Juve è stata lanciata nella stagione che si è conclusa con la festa di sabato 14 maggio: il Pipita che alza il cielo al pallone dopo la tripletta al Frosinone e lancia messaggi d’amore a Napoli.
Quando arrivò nell’estate del 2013, venne accolto con qualche, ingiustificata, perplessità. Era stato scelto per sostituire Cavani, che in tre anni aveva segnato 104 reti ed era passato al Psg per 64 milioni. L’approccio di Higuain non era stato dei migliori a causa dell’incauto tuffo sugli scogli nel mare di Capri e di qualche problemino fisico. Ma poi avrebbe dimostrato il proprio valore, arrivando alla sublimazione nella stagione che si è appena conclusa, quella in cui ha stabilito un feeling solido e vincente con Sarri, l’allenatore arrivato dalla provincia, senza la bacheca ma anche la presunzione di Benitez. Ci sono stati illustri commentatori che, pur elogiando Higuain (e come non avrebbero potuto farlo davanti alla bellezza dei suoi gol?), lo hanno criticato per lo scatto d’ira a Udine o per l’assenza di alcune caratteristiche - non si capisce bene quali - che non lo renderebbero un leader. Ma un leader chi è, cosa dovrebbe fare? Gonzalo si è messo al servizio della squadra e di Sarri, e viceversa, nel senso che i compagni e il tecnico hanno accompagnato la sua scalata versi la gloria.
Un leader è anche colui che riesce a creare questa armonia perfetta.
Il Mattino