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Ringraziamenti per tutti, in primis ai protagonisti del successo che ha consentito alla Juve Stabia di fare giurisprudenza ed abbattere quel monte debiti che pesava come un macigno persino sull’iscrizione al prossimo campionato, per finire con gli ultras della curva che anche nei momenti bui sono sempre stati al fianco dei fratelli Langella, nel loro impegno a ristrutturare la società di Castellammare per farne un modello da seguire nel calcio di serie C e non solo. Una conferenza stampa lunghissima, in cui l’emozione, la passione, i progetti e le idee sono stati i trai d’union tra i protagonisti. Dal presidente Andrea a suo socio Giuseppe, passando per il vice presidente Vincendo D’Elia all’amministratore unico, Filippo Polcino. Un fiume in piena il massimo dirigente, con tanti sassolini da togliere dalle scarpe dopo quattro anni vissuti sul filo del rasoio per le tante difficoltà di gestione di quella che definisce, col sorriso, una società “a scopo di perdita”: “Oggi esultiamo – queste le sue parole -, ma sono convinto che in tanti avrebbero brindato ad un eventuale insuccesso. Oggi possiamo dire di essere la Juve Stabia, un club dal blasone ultracentenario, che rappresenta un autentico vanto per la città di Castellammare. Questi colori li abbiamo ormai sulla pelle, e con questo successo, che farà giurisprudenza per il calcio, e non solo, possiamo finalmente guardare al futuro con grandi progetti, con la mente sgombra. I debiti? Sono dovuto intervenire tre volte per salvare questo club. Nel torneo 2018/19, quando sono entrato come sponsor e poi come socio, garantendo la conclusione del campionato che ci ha portato poi in serie B. La seconda, insieme a mio fratello, quando è subentrato nelle quote della precedente gestione, garantendo una fideiussione di 350mila Euro in meno di due giorni, ed oggi, con l’approvazione del nostro piano di ristrutturazione. Questo club è un patrimonio di cultura, è della città, ed il nostro primo obiettivo è costruire qualcosa che possa avvicinare in primis il territorio, le famiglie, i ragazzi, le donne, a vivere la Juve Stabia con la consapevolezza di rappresentare un punto di partenza anche per il rilancio della città in un momento delicato della sua storia”. A parlare della squadra, dell’aspetto sportivo il fratello Giuseppe Langella, che rivela un simpatico retroscena con l’impegno, in caso di scelte tecniche a campionato in corso, a provvedere in prima persona: “Ci hanno detto che bruciamo gli allenatori – sorride con l’approvazione del socio -, io sono focoso, quando le cose vanno male sono per il cambiamento ci metto la faccia… e tocca a me metter mano alla tasca. Scherzi a parte, siamo felicissimi e faccio un plauso a mio fratello per l’intuizione avuta.
Il Mattino