Il libro postumo di Mennea all'Archeologico «Monaco '72 tragedia che si poteva evitare»

Il libro postumo di Mennea
È un racconto che ripercorre in prima persona le tragiche vicende delle Olimpiadi di Monaco nel 1972, insanguinate dal massacro del Villaggio Olimpico. Sarà...

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È un racconto che ripercorre in prima persona le tragiche vicende delle Olimpiadi di Monaco nel 1972, insanguinate dal massacro del Villaggio Olimpico. Sarà presentato domani, giovedì 16 luglio, a Napoli, il libro postumo di Pietro Mennea intitolato “Monaco 1972. Una tragedia che poteva essere evitata”, edito da Colonnese Editore. All’incontro, che si terrà al Museo Archeologico Nazionale di Napoli alle 11.30 (Giardino delle Fontane), interverranno la moglie della Freccia del Sud Manuela Olivieri Mennea, il presidente FIDAL Alfio Giomi, il direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia Ruggero Cappuccio, il pugile medaglia d’oro a Mosca 1980 Patrizio Oliva, Vito Grassi (presidente Industriali di Napoli e vice presidente di Confindustria), Maurizio Marino (Neapolis Marathon). Ad aprire il dibattito, i saluti di Paolo Giulierini (direttore MANN) e Francesca Mazzei (Colonnese and Friends). L’iniziativa sarà a cura di Claudio Di Palma, con l’organizzazione Vesuvioteatro.


Nel 1972 Pietro Mennea stava per coronare il sogno di partecipare, per la prima volta, alle Olimpiadi. A Monaco – nel cuore dell’Europa ferito dalla Guerra fredda – tra centinaia di atleti di ogni nazionalità, erano giorni di grande gioia. Ma durò poco. Perché nella notte tra il 4 e il 5 settembre un commando palestinese entrò nel Villaggio Olimpico e prese in ostaggio undici componenti della delegazione israeliana. Due furono uccisi subito. Altri nove morirono il giorno dopo all’aeroporto. Partendo dall’esperienza diretta di quei tragici giorni, Mennea – che ha affiancato ai successi sportivi un sincero impegno civile e politico, arrivando fino al Parlamento Europeo – in questo documentato saggio inedito ricostruisce i controversi scenari del mondo olimpico e le trame internazionali che intrecciano politica e terrorismo, Est e Ovest, Israele e Palestina. Per rileggere un pezzo di storia, ma anche per capire gli errori che non dovrebbero ripetersi.


«Durante le Olimpiadi in Grecia si fermavano le guerre e si sfidavano gli atleti provenienti da tutte le città della Madrepatria e delle colonie – ricorda Paolo Giulierini, direttore del MANN – Venti secoli dopo, la morte entra nel villaggio olimpico utilizzato come ribalta per rivendicazioni violente che nulla avevano a che vedere con lo spirito della manifestazione. Mennea, figlio del vento al pari di Lewis, con questo racconto, spiega lucidamente il valore dello sport, unica possibile catarsi e sublimazione dei valori positivi dell’uomo. L’uomo di Barletta, città abituata alle disfide, vince ancora, battendo un nuovo primato, affidandosi inconsciamente alla cabala dei numeri: non più 19 e 72, il suo record nei 200, ma 1972: l’anno della tragedia, da lui raccontata perché non succeda mai più» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino