Insigne, l'Italia per risolleversi: ​tutte le difficoltà del suo 2019

Insigne, l'Italia per risolleversi: tutte le difficoltà del suo 2019
Chiusura grigia quella di Insigne: prestazione sotto tono contro il Bologna, nessuna giocata incisiva, tanti errori di misura, in appoggio e al tiro, mai pericoloso per la difesa...

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Chiusura grigia quella di Insigne: prestazione sotto tono contro il Bologna, nessuna giocata incisiva, tanti errori di misura, in appoggio e al tiro, mai pericoloso per la difesa rossoblù. Una seconda parte di stagione da dimenticare per Lorenzo, il 2019 gli ha riservato pochissime gioie e gol con il contagocce (quattro in totale: tre in campionato con Sampdoria, Sassuolo e Cagliari e uno in Europa League a Salisburgo). Gli ultimi mesi condizionati dagli infortuni muscolari: il capitano azzurro è stato costretto a saltare diverse partite non riuscendo a ritrovare la migliore condizione, quella della prima parte dell'anno quando ha fatto la differenza in campionato e soprattutto in Champions League con il gol vincente al San Paolo contro il Liverpool e i due realizzati contro il Psg, uno al Parco dei Principi e un altro a Fuorigrotta.


LE DIFFICOLTÀ
Insigne abituato da sempre a giocare da esterno sinistro d'attacco nel 4-3-3 (la sua posizione preferita fin dai tempi di Zeman), si è adattato piuttosto rapidamente al 4-4-2 di Ancelotti, giocando in posizione più centrale e soprattutto più vicino alla porta e sono arrivate le prime realizzazioni. Poi l'involuzione in termini di prestazioni, testimoniata anche dalla difficoltà a fare gol e dal calo di rendimento. A Bologna ha giocato da esterno sinistro tra i tre elementi offensivi alle spalle di Milik nel 4-2-3-1 disegnato da Ancelotti: una posizione più congeniale alle sue caratteristiche, ricoperta in modo positivo nei due anni di Benitez, ma la prova è stata comunque al di sotto del suo standard di rendimento migliore. Un ruolo, però, che in ottica futura potrebbe aiutare a fargli ritrovare le giocate classiche del suo repertorio.

 

PACE FATTA
Con i tifosi azzurri pace fatta dopo i fischi della notte con l'Arsenal, contro il Cagliari il rigore liberatorio e la corsa sfrenata sotto la curva B. E Lorenzo alla fine del match del match di sabato sera al Dall'Ara è andato a salutare i tifosi napoletani nel settore ospiti regalando la sua maglia tra gli applausi. Ora deve ritrovare le sue migliori prestazioni, deve ritornare se stesso: oggi arriva la convocazione di Mancini per le due partite dell'Italia di qualificazioni europee contro Grecia e Bosnia. L'occasione per tornare protagonista e chiudere con un sorriso un anno finora poco brillante.
IL FUTURO

L'appuntamento è a Dimaro per il ritiro precampionato, Insigne ha altri tre anni di contratto (scadenza 2022) e fa parte del gruppo dei riconfermati, come più volte sottolineato da Ancelotti e ribadito nei giorni scorsi anche da De Laurentiis. E Lorenzo ha ribadito la sua volontà di voler restare a Napoli: decisivo il chiarimento a casa Ancelotti nell'incontro del primo maggio con il presidente azzurro e il suo manager Raiola. Ma a giorni il mercato entrerà nel vivo e qualche top club potrebbe decidere di farsi avanti per l'attaccante napoletano e a quel punto andrebbe verificata l'entità dell'offerta. Dopo le due partite con l'Italia l'attaccante di Frattamaggiore potrà staccare la spina e ricaricarsi in vista della prossima stagione. Quest'annata, la settima in maglia azzurra, non è stata sicuramente la migliore dopo il primo anno vissuto con Mazzarri, i due con Benitez e i tre molto convincenti con Sarri, anche se, comunque, in termini realizzativi (ha segnato 14 reti in totale) soltanto una volta aveva fatto meglio e cioè nella seconda stagione del tecnico toscano sulla panchina azzurra, quando chiuse a quota 20 gol.
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Il Mattino