Le (troppe) versioni di Rizzoli e i misteri sull'audio sparito

Le (troppe) versioni di Rizzoli e i misteri sull'audio sparito
Il 18 novembre del 2020 Nicola Rizzoli si presenta alla questura di Bologna per essere ascoltato dagli investigatori della squadra mobile. Deve rendere sommarie informazioni in...

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Il 18 novembre del 2020 Nicola Rizzoli si presenta alla questura di Bologna per essere ascoltato dagli investigatori della squadra mobile. Deve rendere sommarie informazioni in seguito alla querela per diffamazione presentata da lui, Orsato e Valeri contro le Iene per il caso del servizio mandato in onda su Italia Uno dal titolo il Var sparito di Inter-Juventus. Trentacinque secondi che hanno gettato ombre e veleni sul campionato 2017/18. Per prima cosa chiarisce la versione raccontata a Sky, subito dopo l'intervista di Pecoraro al Mattino del 3 maggio del 2020 che ha aperto il caso. Spiega che contrariamente a quanto risposto nell'intervista («Tutta la registrazione della partita non esiste, non c'è proprio, non viene fatta») alla tv satellitare, sa benissimo che c'è sempre l'intera registrazione della partita, sia delle registrazioni audio tra sala Var e arbitro sia all'interno della sala Var ma che lui voleva dire che poiché non viene archiviata per intero per lui era come se non esistesse. Una retromarcia? Non esattamente. Un chiarimento, una serie di chiarimenti s'intende, che fa al cospetto della polizia, dopo quanto detto in tv, anche alle Iene oltre a Sky e pure alla luce della mail inviata a Rosetti. Le Iene si difendono e parlano di contraddizioni e spingono su queste dichiarazioni per difendersi dalla accuse di aver diffamato gli arbitri. E vanno alla carica parlando di dichiarazioni non tutte in linea l'una con l'altra, se vogliamo tra quanto reso in questura e quanto emerge dal video che hanno mandato in onda ieri sera. L'avvocato che affianca Rizzoli, Orsato e Valeri, Gabriele Bordoni, in poche parole, è di tutt'altro avviso: «Al di là dell'errore sul campo, per il quale si possono accettare anche le critiche, i miei tre assistiti ci tengono a difendere il loro onore rispetto all'accusa di aver manipolato, o falsificato, o sottratto una prova, come appunto un audio». Ed è questo l'oggetto del procedimento in corso alla Procura di Bologna contro le Iene. Probabilmente, senza la denuncia degli arbitri, questo video non avrebbe fatto la sua apparizione. 

L'intervista a Sky viene dunque chiarita da Rizzoli, per evitare equivoci. Ma restano i contrasti tra i suoi vari interventi. Nel corso dell'inchiesta della procura di Bologna, emerge poi una mail che Rizzoli ha inviato a Rosetti (il project manager del Var per conto della Lega) l'8 maggio 2018 alle ore 18,19: «Caro Roberto, ho scaricato i file degli episodi delle partite della scorsa settimana, controllandoli tutti in vista del prossimo raduno, manca il file con la situazione del presunto secondo giallo di Pjanic. Poiché mi interessa molto a livello didattico e mi servirebbe capire anche con ausilio dell'audio come è stata affrontata la situazione puoi chiedere ad Hawk-eye se me lo mandano?». La risposta arriva da uno dei responsabili della raccolta dati a Rosetti: «L'episodio non è stato clippato, inizialmente, perché non all'interno dei 4 casi Var da protocollo Ifab. Abbiamo cercato successivamente di recuperare la clip ma l'audio non era più disponibile». Perché questa richiesta se gli arbitri dicono che le clip non da protocollo non vengono conservate? Luca Borrelli, general manager dell'Hawk-Eye che si occupa delle gestione del Var, risponde al quesito e spiega che oltre le clip da protocollo, il delegato del designatore arbitrale entro le 48 ore successive al match, può chiedere di salvare anche episodi non riconducibili al protocollo. Appunto, per fini didattici. E magari salvare anche l'audio tra sala Var e campo. Ma questa richiesta non viene fatta per Inter-Juventus nei tempi utili. Per l'episodio-chiave di quel match e, forse, di quel campionato. La clip, però, c'è. Viene recuperata, ritrovata, non è stata cancellata. Ma Rizzoli, evidentemente, non ne è interessato. Vuole gli audio. E il video non lo vede. Risponde agli inquirenti anche su questo punto spiegando che l'Hawk-Eye manda le clip registrate in un cloud dove ci sono solo gli episodi da Protocollo Var. Vero che il contatto Pjanic-Rafinha non lo è, ma lui proprio per scopi didattici spera che ci sia. Ovvero che sia stato conservato il video e l'audio. «Ma mi dicono che c'è solo l'audio». Lo racconta solo agli inquirenti che lo ascoltano. Il video, dunque, non lo vede neppure. Saranno proprio gli investigatori bolognesi a mostrarglielo per la prima volta quella mattina. «Dalle immagini ritengo che il Var abbia comunicato con l'arbitro, successivamente al fallo, probabilmente per verificare la correttezza del nominativo del calciatore da ammonire. È previsto, infatti, una verifica sul calciatore da ammonire e l'archiviazione dell'audio avviene solo nel caso si verifichi uno scambio di persone», racconta. Il video di ieri sera mandato in onda da Italia Uno e anticipato dal Mattino racconta, tramite l'ausilio di due lettori delle labbra che Valeri avrebbe fatto riferimento al «Ho controllato adesso il contrasto c'è» o al «contatto». Non solo, da altra immagine tradotta l'assistente Var Giallatini direbbe: «Per me è giallo... Per me giallo». E Valeri che ripete: «Sì certo». Rizzoli sottilinea anche un aspetto, non di secondo piano: Orsato ha sbagliato a non ammonire Pjanic, tant'è che non arbitrerà più fino alla fine del campionato. Valeri, ascoltato perché anche lui ha presentato querela spiegherà: «Non sono potuto intervenire segnalando l'ammonizione perché avrei potuto farlo solo se era da espulsione. Ma a mio giudizio non lo era». E anche Orsato parla di contatti con Valeri «che mi chiedeva di riferire quale calciatore stavo per ammonire». Ovvio, non proprio tutto torna. 

Gli inquirenti spiegano che Rizzoli anche nell'intervista alle Iene dà spiegazioni esaustive. Ma ovviamente devono andare in fondo alle ragioni tecniche. Ovvero perché c'è ancora un video ma non c'è un audio? Luca Borrelli, manager di Hawk-Eye viene ascoltato e spiega ai poliziotti bolognesi che le clip da protocollo vengono estrapolate e poi messe a disposizione dell'Aia attraverso un cloud. La registrazione completa - dice - viene conservata nell'hard disk del server della sala Var fino al successivo utilizzo dei macchinari, ovvero fino alla gara successiva giocata in quello stadio. Nel caso del Meazza, la gara successiva è Milan-Verona del 5 maggio. Insomma, fino a quel giorno era tutto lì. E poi si entra nel vivo della spiegazione anche tecnica. I sistemi di registrazione sono due: un sistema audio fornita dall'Aia con capienza di 100 Gb e un altro sistema video, fornito dalla loro società di capienza 1000 Gb. E ancora specifica: avendo il disco audio una minore capienza, a ogni partita devono per forza procedere alla formattazione. Ma questa storia ora è una storia che gli arbitri - Orsato, Rizzoli e Valeri - hanno portato in un'aula di un Tribunale. Ed è quindi divenuta una storia di sequestri, interrogatori, acquisizione di dvd. E di richieste di risarcimento di danni. E quindi ci sarà una sentenza. Che in ogni caso indicherà una via. E dirà qualcosa in più di quello che è successo la sera di Inter-Juventus. 

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Il Mattino