Rafael: non servono altri portieri, se paro io il Napoli non perde

Rafael: non servono altri portieri, se paro io il Napoli non perde
La tradizione racconta che in Brasile chi non sa giocare a pallone va in porta. Il portiere comincia la carriera da...

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La tradizione racconta che in Brasile chi non sa giocare a pallone va in porta. Il portiere comincia la carriera da ragazzino come fosse un emarginato. «E pure io ho iniziato così nella squadretta di calcio a 5 di Sorocaba: avevo 6 anni e facevo l'attaccante. Poi si fece male quello che faceva il portiere e l'allenatore decise che io dovevo prendere il suo posto».









Adesso, Rafael Cabral Barbosa, ma molto più semplicemente Rafael, si accinge a prendere per mano il Napoli.



Rafael, da zero a 100: come va il ginocchio operato?

«Ho recuperato al cento per cento. Non ho nessun tipo di problema: ho lavorato sodo in questi mesi per arrivare a questo momento della stagione nel pieno della condizione».





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È un messaggio chiaro: il Napoli non ha bisogno di altri portieri?

«Io sono pronto alle sfide di quest'anno. A cominciare da quella in Champions. Ho giocato 11 partite lo scorso anno e la squadra è rimasta imbattuta con me. E spero che lo resti ancora a lungo. Sapevo, perché Benitez era stato chiaro, che avrei dovuto prima ambientarmi, che avrei dovuto attendere 5 o 6 mesi prima di poter giocare perché il calcio europeo non è come quello brasiliano, anche se in Brasile avevo vinto tanto con il Santos. Poi è arrivato l'infortunio, ma, grazie a Gesù, sono guarito».






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Il Mattino