Juve Stabia, Di Bari all'addio e Pochesci già sulla graticola

Di Santo in pole come nuovo direttore sportivo

L'allenatore Pochesci

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Una sola rete messa a segno, ben sei quelle subite: è il campo a bocciare in maniera inesorabile il rendimento della Juve Stabia targata Pochesci. Il cambio di allenatore, al di là di qualche sprazzo di buone trame e della buona volontà della squadra, non ha sortito gli effetti sperati e anzi, dopo l'addio di Colucci, che aveva lasciato i gialloblù al quarto posto, l'inversione di marcia è evidente. All'indomani dello 0-3 di Foggia, il tecnico Pochesci e al ds Di Bari sono sulla graticola. Alla vigilia della sfida di sabato con la capolista Catanzaro e con la successiva gara a Pescara, Pochesci è già in discussione e rischia di chiudere dopo meno di un mese la sua avventura a Castellammare. I tifosi ne chiedono la testa, come pure quella del direttore sportivo, con la "candidatura" della piazza dello stabiese Salvatore Di Somma in un ruolo cardine del club e che ha già rivestito negli anni d'oro dell'era Manniello.



Se per Pochesci, però, potranno essere i risultati a far da giudice, nelle ultime ore le indiscrezioni vorrebbero ormai ai margini del progetto il diesse, a cui potrebbe essere dato il benservito a stretto giro per iniziare da subito una nuova programmazione.

In pole per sostituirlo ci sarebbe Pierluigi Di Santo, già all'Astrea ed alla Viterbese. Vicino sarebbe anche l'annuncio del difensore Pompilio, che potrebbe essere messo a disposizione del tecnico già in settimana per rimpinguare un reparto che, con il nuovo modulo, sembra fare acqua da tutte le parti. Sotto accusa il 3-4-1-2 di Pochesci che non ha certo migliorato il rendimento dei vari Pandolfi, Zigoni, Bentivegna, autentico disastro di questa annata. Guardando al calendario sembra chiaro che senza l'attesa svolta si complicherebbero, e non poco, i programmi del club. Così non sono passate inosservate le dichiarazioni di Gerbo, che a Foggia ha parlato senza mezzi termini di salvezza, laddove fino all'addio di Colucci nel mirino c'era il terzo posto occupato dal Pescara. Resta da capire il reale valore di una squadra che fin dall'avvio della stagione ha avuto nella sterilità offensiva il suo tallone d'Achille, mascherato dalla tenuta della difesa nel 4-3-3 dell'allenatore pugliese. Contro Catanzaro l'ultimo banco di prova. Per tutti.
 

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Il Mattino