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L’appuntamento più atteso è ormai ad un passo. Mercoledì pomeriggio (17.30), al Romeo Menti, la Juve Stabia, dopo la qualificazione ai danni della Casertana nel primo turno, contenderà, ancora in una gara secca, l’accesso alla fase nazionale al Palermo di Filippi.
«Una settimana in più – torna sul rinvio Padalino alla vigilia della sfida coi rosanero-, ci ha sicuramente consentito di arrivare alla gara di mercoledì con maggiore serenità sotto l’aspetto fisico e mentale. Con la Casertana avevamo speso tanto, soprattutto nei minuti finali, quando abbiamo dovuto rincorrere il risultato, per cui ho accolto con favore la decisione della Lega.
Un gol di Castaldo a dieci minuti dal termine, la paura di non farcela, il rigore di Marotta, Padalino guarda al bicchiere mezzo pieno: «Prima di tutto va detto che nel derby abbiamo tenuto il pallino e la supremazia territoriale per oltre settanta minuti, e che con un picco di fortuna e di attenzione sotto rete avremmo potuto sbloccarla prima. Cosa ci ha insegnato? Che le gare non finiscono mai fino al triplice fischio, ma anche che nei play-off devi cercare di chiudere i conti quanto prima. E col Palermo dovremo essere bravi a mettere in pratica questo insegnamento».
Coi rosanero una sfida che accende la piazza: «Affrontiamo un’ottima squadra, a dispetto del divario nella classifica finale. Potrebbero avere delle assenze importanti, è vero, a questo è un problema più del mio collega – chiosa Padalino -. Non dimentichiamo che siamo stati nella stessa situazione in casa loro, con quasi undici assenti, tornando a casa con un successo roboante. Siamo nei play-off, e nel calcio tutto può accadere».
Il tecnico stabiese sprona i suoi: «Dobbiamo solo pensare a fare la Juve Stabia – dice -. E’ una gara dai tanti stimoli, non temo cali di tensione, anzi, il contrario. Abbiamo un doppio vantaggio, non vuol dire doverlo gestire, ma fare la nostra gara come sempre, consapevoli che il passaggio del turno aprirebbe nuovi scenari e la possibilità di lasciare un segno nella storia di questo club».
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