Nella turbolenta estate del 2014, la Juventus ci mise appena 24 ore a scegliere e presentare il successore di Antonio Conte che dalla sera alla mattina aveva salutato la Signora....
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Ma la questione che più di tutte tiene banco adesso è quella legata al successore di Max Allegri. Difficile, se non addirittura impossibile, pensare che la Juve possa fare come 5 anni fa e presentare il nuovo allenatore dopo appena 24 ore dal divorzio con Allegri. I tempi saranno necessariamente più dilatati. In primis perché siamo a maggio e non a luglio e poi perché Agnelli e i suoi fedelissimi si ritrovano ancora a sfogliare una folta margherita di nomi. Su tutte, due sono le ipotesi più suggestive: Mourinho e Sarri, due grandi rivali della Juve e del mondo bianconero. Il portoghese è stato esonerato dallo United ma non prima di aver fatto a tutto l'Allianz Stadium di Torino in gesto della mano all'orecchio per ricordare al pubblico il Triplete conquistato con l'Inter. Con Sarri, che è ancora in sella al Chelsea e la settimana prossima si giocherà la finale di Europa League, la rivalità ha raggiunto l'apice nell'arco della scorsa stagione quando da allenatore del Napoli si rivolse con il dito medio verso i tifosi bianconeri all'ingresso dello stadio di Torino. C'è chi giura che un primo contatto con l'entourage di Sarri ci sia stato, ma nulla di più.
Tra le ipotesi più suggestive c'era anche quella di Pep Guardiola, ma l'allenatore catalano fresco di successo in Premier League con il Manchester City, non ci ha messo troppo a diradare le nubi. «Quante volte devo dirlo? Non ho intenzione di trasferirmi a Torino, in Italia. Sono soddisfatto di lavorare con questo club e qui. La prossima stagione potrebbe non essere altrettanto buona ma sarò il tecnico del City».
Poi ci sono i nomi degli allenatori italiani. Oltre a quello Sarri che secondo gli analisti Planetwin365 è in testa alle previsioni con una quota di 4,00, acquisiscono valore le candidature di Marco Giampaolo (che ha fatto intendere il suo addio dalla Sampdoria) così come quella di Simone Inzaghi che in settimana ha sollevato l'unica Coppa Italia non vinta da Allegri nei quinquennio bianconero.
Al di là di Pochettino, che però resta solo un ipotesi non del tutto confermata dall'ambiente Juve, il nome più caldo è quello di Didier Deschamps. Per il francese - attualmente ct della sua nazionale - sarebbe un ritorno al passato, sia da calciatore che da allenatore. Ha vissuto 5 esaltanti stagioni a metà degli anni 90 guidando il centrocampo della Juve sul tetto d'Italia, d'Europa e del Mondo. Poi è tornato da allenatore per traghettarla nella stagione di serie B (2006-07) per poi staccare il cordone ombelicale e diventare grande alla guida della Francia con la conquista del Mondiale in Russia. Per lui sarebbe un ritorno alla Juve, mentre per Luis Enrique potrebbe essere un ritorno in Italia. In quella serie A che lo ha scartato troppo presto dopo la disastrosa stagione alla Roma (2011-12). Dopo, infatti, sono arrivate carrette di successi con il Barcellona tra cui una Champions in finale contro la Juve. Oggi è ct della Spagna ma non sarà in panchina per le prossime due gare verso l'Europeo. In Spagna parlano di problemi personali, ma magari può essere un indizio sul futuro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino