Juventus, i mesi più lunghi: dal caso Suarez alla bomba Superlega

Juventus, i mesi più lunghi: dal caso Suarez alla bomba Superlega
Ci mancava solo l'antiriciclaggio che ha accesso i riflettori su alcune operazioni bancarie di Massimiliano Allegri, da pochi giorni figliol prodigo sulla panchina della...

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Ci mancava solo l'antiriciclaggio che ha accesso i riflettori su alcune operazioni bancarie di Massimiliano Allegri, da pochi giorni figliol prodigo sulla panchina della Juventus. Come se già non bastasse tutta la carne che arde sul fuoco della passione bianconera: la vicenda Suarez, la battaglia epocale con (mezzo) mondo del calcio per la Superlega, il rischio di un'esclusione da parte dell'Uefa dalla prossima Champions League (entro venerdì è atteso il primo provvedimento da parte della commissione disciplinare dell'Uefa). E nel mezzo, volendo, pure la polemica sollevata dalle Iene per il video senza audio degli arbitri della sala Var di Inter-Juventus del 2018 per il giallo mancato a Pjanic. Davvero dieci mesi vissuti sul filo della tensione per Andrea Agnelli (che al momento si tiene stretta la presidenza ma le voci di un cambio si inseguono) e la sua Juventus. Culminati con la fine di una dittatura di nove scudetti di fila, un posto tra le prime quattro d'Italia ottenuto all'ultima giornata e con l'addio dopo 13 anni al ds Paratici e dopo dodici mesi ad Andrea Pirlo. Come se già non bastassero le questioni che ha per conto suo, la Juve si ritrova a importare e a dover gestire pure quella del suo nuovo allenatore, da poco tornato a cavallo della squadra bianconera, che ovviamente sa bene come difendersi. E lo ha già fatto. 

Sembra davvero un anno incredibile per il club bianconero, iniziato con la vicenda del passaporto italiano di Suarez. All'inizio dello scorso settembre la Juventus è interessata a tesserare l'uruguaiano del Barcellona (che poi andrà all'Atletico Madrid dove conquisterà il titolo spagnolo). Per farlo ha bisogno che prenda la cittadinanza italiana. Il bomber viene mandato a fare l'esame di italiano (livello B1) all'Università per stranieri di Perugia il 17 settembre. Non sa che il suo esame è registrato. «Il bambino porta cocummella, mangiare» rispondeva il centravanti uruguaiano a una delle domande della commissione. «Cocummella? Cocomeri!! Ahahahah» ridevano gli insegnanti. La procura di Perugia, guidata da Raffaele Cantone, ritiene quell'esame sia stato una farsa e apre un'indagine per falso ideologico e materiale e rivelazione di segreto d'ufficio. Anche la procura federale ha chiesto gli atti di Perugia per comprendere se possono esserci dei provvedimenti da parte della giustizia sportiva. Ma per il momento tutto tace. Pochi giorni è scoppia il caso dell'Asl Napoli 2 Nord che impedisce al Napoli di partire per Torino. La Juventus, sollecitata, da De Laurentiis, respinge la richiesta di rinviare la partita. «Noi rispettiamo le regole», dice Agnelli su un terreno di gioco dove ci sono soltanto i calciatori bianconeri. La vicenda si conclude davanti al Coni, il 22 dicembre, quando Franco Frattini ordina che la gara venga regolarmente disputata (a dirla tutta, la Juventus decide di non costituirsi mai in giudizio per difendere il 3-0 a tavolino ottenuto dal giudice sportivo).

Lo scontro con la Uefa è furibondo. Senza precedenti. La Juventus, con il Barcellona e il Real Madrid, è tra i fondatori della sociedad anonima denominata Superlega con sede nella capitale spagnola. Nove club che prima aderiscono al progetto fanno marcia indietro mentre Agnelli e Florentino Perez tengono il punto e vanno avanti. Il tribunale di Madrid invoca l'intervento della Corte di giustizia europea, sede in Lussemburgo, che però prima del 2022 non si esprimerà sul questito della legittimità di poter organizzare una competizione diversa dalla Champions. La Uefa, però, va avanti e nel frattempo chiede, il 12 maggio, agli ispettori della Commissione Etica e Disciplinare se c'è stata una violazione delle norme Uefa da parte dei club ribelli. In ballo ci sono almeno 50 milioni di euro. La Juventus guida la fronda. Agnelli insiste: non è un colpo di stato. Il Napoli aspetta fiducioso. Entro giovedì o venerdì ci sarà il provvedimento. Il primo atto. Di una battaglia legale, anche questa, che si annuncia piena di colpi proibiti. 

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Il Mattino