Non ce la dimenticheremo mai. Noi la serata di ieri noi non ce la dimenticheremo mai. Per vari motivi. Innanzitutto con la Juve allo Stadium noi non avevamo mai vinto. E i...
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Senza contare tutto quello che è successo nell'immediato prepartita, con le polemiche per il fatto che Sarri, all'arrivo del pullman partenopeo allo stadio, rispondeva con un dito medio agli insulti e agli sputi dei tifosi juventini suscitando così le critiche e la disapprovazione di quanti, nei principali salotti televisivi, pochi giorni prima avevano però umanamente capito e applaudito Buffon per aver preso a male parole un arbitro internazionale reo di aver fischiato un rigore sacrosanto. In realtà soltanto dopo, a partita finita, dopo il gol al novantesimo dell'eroe dei due mondi, quello africano e quello napoletano, sua altezza serenissima e nerissima Kalidou Koulibaly, il gesto di Sarri è apparso chiaro. Dopo l'ascensione al cielo di Kalidou e la sua incornata superba ai danni di un implorante pietà Benatia ai suoi piedi, l'illuminazione. Quello del mister non era un gestaccio, era semplicemente un pronostico. Una previsione che sostanzialmente anticipava ai tifosi della Juve come sarebbe andata a finire. Una specie di profezia con cui Sarri, novello profeta bagnolese in trasferta, annunciava ai posteri la lieta novella: basta con questi studi di filosofia e teologia, basta con queste perdite di tempo passato a struggersi e a fare le sedute spiritiche per capire se Dio esiste, com'è fatto e dove sta di casa. Dopo il gol di Koulibaly al novantesimo allo Juventus Stadium di Torino tutto è stato svelato: Dio esiste, è nero e tifa Napoli! Leggi l'articolo completo su
Il Mattino