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Oggi il Napoli presenta il preannuncio di reclamo, con richiesta di accesso agli atti della sentenza di primo grado. I tempi sono rapidi, perché il club azzurro dal momento in cui la Corte sportiva d'Appello consegna la documentazione avrà 5 giorni di tempo per proporre il reclamo vero e proprio. La Juventus avrà poi 24 ore di tempo per chiedere, eventualmente, a sua volta gli atti e decidere se costituirsi o meno in giudizio. Non è detto che lo faccia, anzi i segnali dicono che non lo farà. E questo può essere un segnale importante, nel senso che la Juventus - nonostante le accuse il giorno della non partita al Napoli di non aver rispettato il protocollo - sarebbe pronta a scendere in campo se la giustizia sportiva dovesse decidere in questo modo. Andrea Agnelli lo lascia intendere: «La decisione del Giudice Sportivo? Questa è una vicenda dove noi siamo collaterali. Questo è qualcosa tra il Napoli e gli organi di giustizia, è qualcosa che non ci tocca». Chiaro, senza avere contrapposizione, la strada del Napoli sarebbe in discesa. De Laurentiis è ottimista, è certo che se anche in Appello dovesse essere sconfitta la sua linea, passerebbe al Collegio di Garanzia del Coni. Dal suo quartier generale a Roma raccoglie pareri di vario tipo in questi giorni e si prepara alla battaglia legale per la revoca della sconfitta a tavolino e la restituzioni del punto di penalizzazione.
La sentenza di primo grado pesa come un macigno in un passaggio chiave: «Il reclamo proposto del Napoli in ordine alla regolarità della gara è da ritenersi inammissibile, trattandosi di strumento chiaramente dedicato alla contestazione di gare disputate».
Dietro ogni scelta del calcio italiano c'è un incubo: il rischio del crac per pandemia. La Lega e la Figc ritengono già una specie di miracolo essere arrivati alla fine della scorsa stagione. Luigi De Siervo, a Radio Kiss Kiss Napoli: «Il nostro obiettivo è finire il campionato. Come Lega non potevamo rimandare la gara di Torino. Il protocollo funzionama a Napoli c'è stato un cortocircuito, emerge dagli atti. Dobbiamo andare avanti: se non termina il campionato purtroppo il calcio fallisce». Il presidente della Fmsi Maurizio Casasco e Gianni Nanni, il rappresentante dei medici della Serie A sono al lavoro per capire se è il caso di portare le squadre in bolla o in qualcosa che gli somigli perché in cima ai pensieri è completare il calendario.
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