Juventus-Napoli, Gattuso spuntato: in ansia per Mertens e Petagna

Juventus-Napoli, Gattuso spuntato: in ansia per Mertens e Petagna
Ora si fa sul serio. Gattuso lo sa. È una finale e vede con il passare delle ore il petto dei suoi gonfiarsi. Gli occhi ieri mattina erano tutti puntati su Mertens e...

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Ora si fa sul serio. Gattuso lo sa. È una finale e vede con il passare delle ore il petto dei suoi gonfiarsi. Gli occhi ieri mattina erano tutti puntati su Mertens e Petagna: era un allenamento di scarico e null'altro e i due attaccanti non sono sembrati delle schegge. Uno ha un fastidio alla caviglia che ancora non è andato via del tutto, l'altro ha un problema a un polpaccio che però non è muscolare. Insomma, non fosse domani sera la partita, i tempi per recuperare ci sono tutti. Ma poiché è davvero questione di istanti, la maledizione della prima punta continua a ossessionare Ringhio. Che, ancora non lo svela, ma ha pronto un piano B, o meglio un piano C: riportare Lozano prima punta, come con lo Spezia. Qualcuno sospira c'è Llorente ma in realtà è una opzione che è davvero margianel. Ma è chiaro che neppure la seduta di oggi sarà una prova generale. Anche perché ci sono i tamponi e un po' di ansia c'è, vista la positività di Fabian (è sempre asintomatico). Il vero test sarà quello di domattina a Reggio Emilia. Gattuso conosce cosa passa per la testa di un calciatore alla vigilia di una gara da dentro o fuori. E quindi ieri ha lasciato la squadra per conto suo: ha parlato brevemente ai calciatori e poi li ha lasciati liberi per la seduta di scarico, con Insigne ancora tra i più motivati. Gattuso, Riccio e gli altri dello staff, invece, sono stati a lungo nella sala video a vedere e rivedere la partita giocata dalla Juventus con l'Inter. Gattuso sa bene che non è quello il vero volto dei bianconeri ed è stato uno dei pochi passaggi fatti con il gruppo radunato: toglietevi dalla testa che la Juventus possa giocare due partite di seguito così, ha detto. L'arbitro è Valeri, lo stesso della finale di Doha nel 2014.

Quella con la Fiorentina doveva essere una prova generale. E lo è stato. Ospina ormai è il titolare e ha scavalcato nelle gerarchie estive il giovane Meret. La positività di Fabian toglie dagli impicci il tecnico calabrese ma tutti gli indicatori davano Demme strafavorito per una maglia da titolare. Dovendo riassumere l'arsenale che può caricare per il viaggio verso Reggio Emilia (in realtà il quartier generale sarà praticamente a Parma), Ringhio inizia a pensare che Lozano debba tornare punta centrale perché la patria chiama. Con lo Spezia, nella prima e ultima volta in questa stagione che ha giocato lì, non ha brillato ma neppure demeritato. D'altronde, alternative non ce ne sono. Dietro, Politano, Zielinski e Insigne. Che garantiscono: cambi di gioco, fantasia tecnica e imprevedibilità offensiva. Il Napoli non sa fare le barricate, non lo ha mai fatto quest'anno, e Gattuso promette a Pirlo una gara coraggiosa, ma non si scappa: per l'esito del match sarà più importante ciò che il Napoli saprà fare senza palla, difendendosi, di quanto farà con la palla, attaccando. 

Gattuso sa bene che il vero obiettivo è il ritorno in Champions e questa è solo la ciliegina sulla torta. È vero che questa partita non c'entra nulla con il campionato ma vincere con la Juventus e portare a casa la Supercoppa «ti rende più forte in testa», ripete Gattuso in queste ore. Ed è la testa che governa le gambe. D'altronde è una gara importante anche per far salire l'asticella delle mentalità.

Milik ieri ha iniziato a svuotare il suo armadietto. Ma è ancora presto per poter dire che il trasferimento al Marsiglia è cosa fatta. Il Napoli punta i piedi e detta le sue condizioni: vuole anche una clausola che gli vieti il ritorno in Italia nei prossimi 4 anni. Ovvio, a Milik non piace. Non è semplice trovare un punto di incontro. Villas-Boas, il tecnico dei marsigliesi, spinge per portarlo al Velodrome e ancora ieri lo ha chiamato. 

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Il Mattino