Napoli, le ragioni di Kvara che la ragione non conosce

Un’ora è durata l’anticamera della gioia

Kvaratskhelia
I napoletani attendono da più di trent’anni e anche se sono tanti non saranno mai lunghi come i sessanta minuti che ieri hanno preceduto il gol di Kvaratskhelia....

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I napoletani attendono da più di trent’anni e anche se sono tanti non saranno mai lunghi come i sessanta minuti che ieri hanno preceduto il gol di Kvaratskhelia. Un’ora, insomma, è durata l’anticamera della gioia, il preliminare della felicità, l’attesa dell’incredulità. Non era andato male il Napoli fino a quel momento ma i bergamaschi l’avevano messa sul piano fisico ed erano comunque riusciti a tenere gli azzurri lontani dalla loro porta. Fino al sessantesimo.

A quel punto, probabilmente illuminato da una qualche divinità di una qualche religione a noi sconosciuta, Kvara ha preso il pallone da Osimhen. Un pallone che sembrava anonimo, banale, terra terra. Non tanto perché la porta era lontana quanto perché nell’area piccola ci stava tutta l’Atalanta. Otto avversari su dieci, infatti, erano lì ad attendere il georgiano per spegnerne ogni velleità.

Da quel pallone, insomma, che ne poteva uscire? Un calcio d’angolo. Una rimessa laterale, al massimo. Ma Kvaratskheila ha ragioni che la ragione non conosce e così sterza a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra e mentre ai suoi piedi cadevano come mosche e il cammino si svelava nitido il georgiano caricava il tiro per beffare il portiere e mostrare a tutti, ancora una volta, che il coraggio è l’unico viatico possibile per chi marcia verso la gloria. Da quel momento gli uomini di Spalletti hanno cambiato aspetto mostrando un volto, un corpo e un profilo degni delle più belle illustrazioni omeriche. Il gol di Rrahmani a suggello, come ceralacca azzurra su un sogno. Da oggi in poi non potremo mai più dire “non si può fare”. Se Kvara l’ha fatto, niente è impossibile!


 

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Il Mattino