«E se non potrai correre e nemmeno camminare, ti insegnerò a volare». Ispirata dalla vicenda umana e sportiva di Alex Zanardi e dedicata a Manuel Bortuzzo, sul...
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Momento più vibrante con «Sogna ragazzo sogna», conferma il portiere Negri, che ha regalato la sua calottina rossa numero 13 a Roberto Vecchioni al termine dell’esibizione, intrattenendosi a parlare di sport con l’artista. «Emozionante serata in compagnia del professore, fuoriclasse della musica e della poesia», dichiara soddisfatto l’estremo difensore posillipino, che ha una celebre strofa, cantata dal compositore di Carate Brianza, tatuata sul braccio destro. «Che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire». Indelebili legami. «Vecchioni è stato molto contento di ricevere la cuffia del Posillipo, conosce bene la nostra realtà e si è informato del nostro campionato», spiega Negri, che posa per una foto ricordo con il compositore brianzolo. «Vecchioni è una maestro di vita, un accademico appassionato, persona eccezionale. Lo aspettiamo al Circolo Posillipo, quando ritornerà a Napoli», racconta Scalzone, che ringrazia per l’ospitalità Sacha Manna e l’addetto stampa del PalaPartenope Alessia Massa, per l’opportunità concessa. «Il grande sogno di Roberto Vecchioni?», chiedono incuriositi i due giocatori rossoverdi al formidabile autore di «Bei tempi», noto tifoso dell’Inter. «Un nipotino», la risposta del vincitore di Sanremo. «Per navigare, basta il cuore».
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Il Mattino