La Commissione agenti della Federcalcio apre un fascicolo su Totti

La Commissione agenti della Federcalcio ha aperto un fascicolo su Francesco Totti per indagare sul suo nuovo lavoro di procuratore sportivo. A dare il via all’indagine...

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La Commissione agenti della Federcalcio ha aperto un fascicolo su Francesco Totti per indagare sul suo nuovo lavoro di procuratore sportivo. A dare il via all’indagine è stato l’esposto presentato dall’associazione italiana agenti calciatori e società. Una questione che era stata già affrontata dallo stesso Totti: «Non esercito l’attività di agente sportivo, ma ho deciso di investire nel settore di riferimento in qualità di uomo di sport e di libero imprenditore, nel rispetto di tutte le normative vigenti».

Totti che show con Vieri: «A Ventola mettevo il dentifricio in bocca. Tonali? Voglio prenderlo»

L’agenzia di Totti è la CT10 Management affidata legalmente all’agente Giovanni DeMontis suo socio in questa avventura che sin dagli inizi ha suscitato alcune polemiche. In una delle sue tante dirette su Instagram durante il lockdown, l’ex campione della Roma ha tirato in ballo Tonali: «Sto provando a prendere Tonali. Se è sveglio…», scatenando l’ira del suo agente Beppe Bozzo: «Francesco stia tranquillo, Sandro Tonali è vispo e non dorme in piedi. Io e Sandro ci abbiamo scherzato su. Abbiamo scelto di condividere un percorso, con un progetto per la sua crescita. Il resto sono chiacchiere. Se posso permettermi, un grande campione amato ovunque come Totti non è necessariamente un grande agente. Vuol fare il procuratore? Prenda spunto da chi fa questo mestiere faticoso. Oltre al talento servono grandi sacrifici: gli stessi che ha fatto lui. Gli auguro una luminosa carriera».

Dura anche la presa di posizione di Di Campli: «È stato un grande giocatore e icona del calcio mondiale, ma fare il procuratore è un altro sport a cui bisogna saper giocare, non barare. Francesco non può operare in Italia dove gli agenti per definirsi tali sono costretti a sostenere test e prove durissime, solo perché il presidente del Coni gli concede l’uso della licenza inglese il cui ottenimento non prevede alcun esame di abilitazione».

 

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Il Mattino