La corsa scudetto è più aperta che mai

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Il primato non è durato poche ore. La Juve è stata battuta dall’Inter ed è rimasta al secondo posto, là dove era scivolata sabato dopo la...

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Il primato non è durato poche ore. La Juve è stata battuta dall’Inter ed è rimasta al secondo posto, là dove era scivolata sabato dopo la vittoria del Napoli. Gli azzurri sono tornati su quella vetta occupata fino al 7 febbraio: sei giorni dopo la sconfitta a Torino, poi la sinfonia bianconera. È presto per dire se il vento è cambiato, tuttavia la partita di Milano conferma che non esistono Invincibili. Sabato sera, dopo avere battuto il Bologna ed essere salito a 10 punti, Sarri aveva paragonato la serie A alla Ligue 1 (il torneo francese) e la Juve al Paris St. Germain, che nello scorso dicembre - ancor prima che finisse il girone d’andata - aveva un vantaggio di 19 punti sulla seconda. Il campionato italiano è (può essere) un’altra storia. Dipende, anzitutto, dall’intensità e dalla qualità del gioco degli azzurri, che hanno formato una nuova coppia del gol con Callejon, capocannoniere a sorpresa, e Milik, l’infallibile doppiettista polacco. La Juve, che sembrava in volo dopo la terza vittoria consecutiva in campionato, si è clamorosamente fermata. È stata bloccata in Champions dal Siviglia e ha perso a Milano. Negli ultimi 180 minuti il super attacco è rimasto all’asciutto e il temporaneo vantaggio al Meazza è stato firmato da Lichsteiner, esterno che non è più titolarissimo. In dieci minuti l’uno-due dei nerazzurri: gol di Icardi e di Perisic, su assist di Maurito, che due mesi fa non se l’è sentita di cedere alla corte di De Laurentiis ma con l’eccellente prestazione ieri ha fatto un bel regalo anche agli azzurri. È stato lui il vero protagonista, altro che Higuain, rimasto in panchina fino al 29’ della ripresa, quando Allegri lo ha inutilmente lanciato nella mischia.


Non c’è più chi rimpiange il mancato arrivo di Icardi o chi ricorda con forti accenti nostalgici il “traditore” Gonzalo. Milik si sta confermando un ottimo colpo di mercato, con margini di crescita: ancora non si è completamente calato negli schemi di Sarri. È soprattutto la squadra che lascia credere che si possa assistere a un’altra esaltante sfida tricolore con la Juve. Si notano significativi progressi. Sta funzionando la modifica apportata dal tecnico al gioco degli esterni, più vicini alla prima punta e più propensi a calciare in porta rispetto a quando c’era Higuain. Hanno risposto bene i due polacchi Milik e Zielinski, adesso si aspettano le prestazioni degli altri nuovi giocatori. De Laurentiis, in una sua sortita tecnica, ha sottolineato che adesso c’è la squadra che gioca per la squadra, non più per il fuoriclasse che grazie ai suoi compagni è stato messo nella condizione di segnare 36 gol nello scorso campionato. Chissà se Gonzalo, intristito dalla panchina al Meazza, ha pensato a quando era intoccabile a Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino