La favola di Baroni: ultimo arrivato in casa Benevento e subito in A

La favola di Baroni: ultimo arrivato in casa Benevento e subito in A
Gli ultimi saranno i primi. E’ proprio vero. E basta guardare il percorso di Marco Baroni sulla panchina del Benevento. Arrivato nel pieno di un’estate caldissima:...

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Gli ultimi saranno i primi. E’ proprio vero. E basta guardare il percorso di Marco Baroni sulla panchina del Benevento. Arrivato nel pieno di un’estate caldissima: squadra neopromossa in serie B e già allo sbando per la rottura con Auteri. L’allenatore della cavalcata dalla Lega Pro che lascia la squadra (con destinazione Matera) e Benevento a caccia di un allenatore last minute.


Ma in questo caso la fretta - del direttore Di Somma -  non è stata cattiva consigliera, anzi. Con Baroni in panchina il Benevento vola. Fin dall’inizio del campionato. Anche se la rosa che si trova a disposizione non è quella che avrebbe voluto dall’inizio, ma lui è uno che sa fare di necessità virtù.

Uomo della provvidenza, come nel 1990 quando realizzò la rete dell’1-0 in quel Napoli-Lazio che per gli azzurri voleva dire scudetto. Il secondo. E’ anche per questo che sulla tribuna del Ciro Vigorito, in occasione della partita decisiva contro il Carpi, c’era anche Andrea Carnevale, un altro degli eroi di quello scudetto. Perché due amici così non si dimenticano. E seppure Carnevali - dirigente dell’Udinese - avrebbe dovuto fare il tifo per il “suo” Lasagna (in prestito al Carpi), non ha potuto trattenere l’emozione e la gioia per la vittoria dell’amico Baroni.


Eccolo lì, l’allenatore del Benevento che ha costruito una squadra da serie A nel giro di poche settimane. Tutto frutto del duro lavoro e della voglia di rivalsa per le tante (troppe) occasioni perse. Un punto di contatto in più con il Benevento che di playoff (seppur tutti in categorie inferiori) ne aveva già persi 11. Lui, invece, aveva vissuto l’amarezza dell’eliminazione un anno fa sulla panchina del Novara. Ma per uno che da allenatore aveva imparato a vincere fin da subito (double alla guida della Primavera della Juventus: Torneo di Viareggio e coppa Italia), era solo questione di saper aspettare. Senza fretta, pur essendo arrivato all’ultimo secondo. Perché si può arrivare per ultimo in uno spogliatoio e primo nello volata playoff. Parola di Marco Baroni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino