La vittoria di Velotto e Renzuto: lo scudetto dei napoletani del Recco

Di Fulvio-Renzuto-Velotto
Napoletani recchelini o recchelini napoletani? Talenti certamente, nati e cresciuti all’ombra del Vesuvio e poi, per affermarsi, come ogni giovane coscienzioso desidera per...

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Napoletani recchelini o recchelini napoletani? Talenti certamente, nati e cresciuti all’ombra del Vesuvio e poi, per affermarsi, come ogni giovane coscienzioso desidera per il proprio avvenire, costretti a lasciare Partenope, in cerca di fortuna e solide opportunità. Scelta dura ma premiante, che si è rivelata vincente per Alessandro Velotto e Vincenzo Renzuto Iodice, espressione nitida di due illustri e gloriosi circoli, rispettivamente Canottieri e Posillipo, troppo spesso impelagati in beghe interne e liti (puerili) da condominio, talvolta disattenti a valorizzare le proprie risorse interne. Dopo la vittoria in Coppa Italia, prima finale scudetto disputata in carriera nella massima serie per i due pallanuotisti partenopei, al primo anno con la calottina biancoceleste, approdati alla corte di  Ratko Rudic, leggenda vivente della waterpolo internazionale, quattro ori olimpici conquistati con tre nazionali diverse (Jugoslavia 1984 e 1988, Italia 1992 e Croazia 2012).


Va in archivio la Final Six 2019: Brescia – Recco 10-11 (3-4, 2-2, 2-4, 3-1) alla Bruno Bianchi di Trieste. Nella sfida tra il maestro e l’allievo (Sandro Bovo), si impone il tecnico baffuto. Firma il gol del 6-4 nel secondo periodo il Golden Boy di Ponticelli, che vanta già due medaglie di bronzo (Europei 2014 e Olimpiadi di Rio 2016), argento in World League nel 2017, dopo svariati titoli giovanili vinti con il team del Molosiglio, allenato dallo «special one» Enzo Massa. «Finale dura, labbro spaccato. Sono molto felice per il primo scudetto. La stagione, però, non è ancora conclusa. Ci attende l’obiettivo più importante: la Champions League», ammette il difensore classe’95, che ha ricevuto un pugno nell’ultima azione di gioco. La gioia supera il dolore. Ribadisce il suo strapotere l’inaffondabile corazzata ligure: 33esimo scudetto nella sua storia e 14esimo consecutivo. Numeri impressionanti e stellari per la «Juventus della pallanuoto».

«Finale bellissima, sicuramente una grande emozione vincere il mio primo campionato in Italia. Eravamo i grandi favoriti della vigilia. Tutti ci davano trionfatori in maniera scontata. Vincere, invece, non è mai scontato. E’ stata una partita durissima, a livello fisico e mentale. Ce la siamo giocata fino all’ultimo secondo. Match bellissimo», racconta Renzuto, che ha battuto i suoi ex compagni di squadra in calottina rossoverde, Valentino Gallo, autore di una doppietta e assist (3-3 sotto la traversa a fulminare Bijac e 9-11 con un tiro insidioso a fil di palo a 3’21” dalla sirena) e Zeno Bertoli. «Dedico il successo ai miei genitori Susy e Francesco, ai miei fratelli Andrea e Christian, alla mia fidanzata Annabella», afferma l’attaccante classe’93, protagonista nello scorso anno del triplete con i croati dello Jug Dubrovnik: campionato, Coppa di Croazia e Lega Adriatica. «Non è mai facile riconfermarsi e vincere sempre».


E’ tempo di festeggiare, domani total relax, martedì ripresa degli allenamenti. «Valentino (Gallo) e Zeno (Bertoli) si sono complimentati con me», Renzuto li ritroverà presto nel Settebello: i tre vinsero alla Scandone l’Euro Cup nel 2015. Velotto e Renzuto (nella foto di Giorgio Scarfì con Francesco Di Fulvio) hanno un’altra missione da compiere: riportare il Recco sul tetto d’Europa e alzare la coppa dalle lunghe orecchie. Arrivare (eternamente) secondi, nuoce gravemente alla salute. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino