«Lettere al Cio? Sconvolgente», è scontro tra Binaghi e Malagò

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«Sconvolgente anche se lo avevo capito. Veder scritte le lettere fa un altro effetto? È proprio così». Commenta così il presidente della...

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«Sconvolgente anche se lo avevo capito. Veder scritte le lettere fa un altro effetto? È proprio così». Commenta così il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, le due lettere scritte dal presidente del Coni, Giovanni Malagò al Cio, per chiedere punizioni esemplari per lo sport italiano dopo il varo della riforma dello sport che di fatto ha svuotato dal punto di vista finanziario il Coni.


«Le mie lettere al Cio? Era indispensabile e doveroso farlo, se non avessi evidenziato situazioni normative che sono sotto gli occhi di tutti, da membro Cio sarei stato sanzionato in modo anche grave. Devo essere sincero, non capisco la motivazione e il clamore di tutto questo». E' questa la risposta del presidente del Coni Giovanni Malagò, a margine di un evento al Coni. Il riferimento è alle lettere inviate al Comitato olimpico internazionale in cui si evidenziano i punti in cui la legge delega sullo sport approvata il 7 agosto scorso al Senato andrebbero contro i dettami della carta olimpica. «Conseguenze per lo sport italiano? Queste situazioni vanno modificate e scritte in modo diverso - ha aggiunto Malagò - Ci sono alcuni temi, come l'aspetto di non limitare solo alla parte olimpica l'egida del Coni ma anche lo sport per tutti, la rappresentanza sul territorio su base regionale e tutto questo oggi non è in sintonia con la carta olimpica. Io ho difeso e sto continuando a difendere il Coni. Ora nell'ambito dei decreti attuativi della legge delega dobbiamo sistemare alcuni aspetti che sono in palese contraddizione con la Carta olimpica».

«Mi auguro che la Sport e Salute che sta parlando ora con Angelo Binaghi per le fideiussioni alla Fit per gli Atp Finals di Torino, non sia la stessa che adesso si sta occupando dei contributi pubblici alle federazioni. Altrimenti sarebbe il primo grave conflitto di interesse». E' quanto si domanda il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine di un evento al salone d'onore.


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Il Mattino