Happiness is a warm gun non è solo uno degli innumerevoli capolavori dei Beatles ma pure una sintesi abbastanza efficace della parabola del Napoli in questa Champions...
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E invece, proprio nella partita decisiva, nell'arena infuocata dei Reds ad Anfield, grazie alla vendetta tremenda vendetta di Klopp tesoro mi si sono ristretti i ragazzi. E così da dioscuro della difesa Albiol è diventato un timido guardaporte, da stantuffo di fascia Mario Rui si è tramutato in funicolare senza corrente, da faro nella notte Hamsik si è trasformato in pisellino fulminato della serie di lampadine natalizie. E nella confusione totale in mezzo al campo né Insigne, né Mertens, né Callejon, né il subentrato Milik, che pure questo dovrebbero fare di mestiere, sono riusciti a fare un gol. Uno! È come se a Natale un napoletano non mangiasse nemmeno un roccocò. Una cosa inaudita. Eppure è successo. «Dobbiamo dare il tempo a Ancelotti di resettare tutto quello che ci stava prima» aveva detto De Laurentiis poco prima dell'inizio della partita. Ok, ma a noi invece il tempo di resettare tutto questo dispiacere e quest'amarezza chi ce lo dà?
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Il Mattino