MILANO Ha chiesto di essere interrogato in aula il capo dei Viking, gruppo ultrà della Juventus, Loris Grancini, imputato a Milano insieme ad altri due tifosi della curva...
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GLI AMICI CALABRESI
Operaio, 45 anni, abile giocatore di poker, nel 1998 Grancini è scampato a una sparatoria rivelatasi poi un regolamento di conti in viale Faenza, nel quartiere della Barona. Il suo nome è comparso anche in altre due indagini: una sul suicidio di un capo ultrà a Torino e l’altra su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nel marketing della Juventus.
Nel 2016 è stato colpito da un Daspo di 8 anni dopo alcune denunce per istigazione a delinquere e lo scorso dicembre è stato arrestato per l’esecuzione pena, perché deve scontare 13 anni e 11 mesi tra cui una condanna per tentato omicidio. Ora è accusato di tentata estorsione. Secondo le indagini della procura, la prima condotta intimidatoria nei confronti del titolare del punto vendita sarebbe avvenuta a fine aprile 2015 per la partita di Champions Juve-Real, dopo che la presunta vittima aveva dovuto annullare, per ragioni tecniche, l’emissione di 250 biglietti. Entrato in un punto vendita biglietti, insieme a Mauriello e a Christian Fasoli, altro imputato, avrebbe detto: «Bello alto qui, sai come brucia facilmente?».
Gli altri due con la loro presenza avrebbero, in pratica, dato «sicurezza» al capo ultrà.
Il Mattino